“La ‘frenesia del profitto’ è la causa principale degli infortuni e delle morti sul lavoro. La regola dominante nel lavoro non è più la qualità, il merito, la sicurezza, ma il massimo profitto o il massimo risparmio, secondo i punti di vista. Imporre quindi ritmi frenetici, risparmiare sul costo del lavoro e sui dispositivi di sicurezza è una realtà spesso taciuta”. É quanto si legge nella memoria depositata quest’oggi in audizione dalla Cgil, rappresentata dalla segretaria confederale nazionale Francesca Re David e dai segretari confederali di Filt e Fillea Eugenio Stanziale e Antonio Di Franco.
“Nello specifico quello che è accaduto il 30 agosto scorso a Brandizzo – sottolineano Cgil nazionale, Filt e Fillea – impone la necessità di intervenire immediatamente a tutela dei lavoratori ripensando complessivamente il sistema delle manutenzioni ferroviarie. Nel dibattito politico si stanno sollevando soluzioni e individuando le responsabilità con estrema facilità, ma i problemi sono molto più complessi”.
Infatti, secondo Cgil nazionale, Filt e Fillea: “Bisognerebbe concentrarsi prioritariamente su alcuni aspetti. Serve maggiore selezione, controllo e esclusione del ricorso al sub-appalto nel lavoro di manutenzione. I controlli su tutti i requisiti di regolarità e qualificazione degli operatori economici contrattualizzati e presenti nei cantieri, sulle gare, sugli appalti, non devono essere effettuati da RFI, in quanto stazione appaltante coinvolta nel processo, bensì da una società della holding appositamente preposta a questo”. “Occorrerebbe – si legge sempre nella memoria – rivedere i tempi di intervento incrementando da tre a cinque ore l’interruzione media per manutenzione. Invece, a causa degli attuali tempi ristretti medi di intervento, tutto il personale impegnato diretto RFI ed esterno risulta costretto ad operare in regime di costante criticità e ‘pressione’. Il fenomeno si amplifica ancor di più quando operano imprese in sub-appalto, con margini di guadagno ancora più bassi. L’obiettivo non deve essere quello di diminuire i costi del lavoro, bensì quello di privilegiare il benessere e la qualità della vita lavorativa con maggiori compensazioni in termini economici e di riposi compensativi di qualità”. Infine, per Cgil nazionale, Filt e Fillea: “necessiterebbe una verifica e un controllo del rispetto della normativa in materia di orario di lavoro da parte delle imprese che eseguono i lavori di manutenzione e sviluppare e applicare tutte quelle tecnologie più avanzate, già esistenti in alcuni casi, con la destinazione di risorse certe per assicurare una maggiore sicurezza per gli operatori che operano, a vario titolo, nel sistema ferroviario”.
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