Sanità aretina: mancano tecnici della prevenzione. La Cgil chiede assunzioni

Sanità aretina: mancano tecnici della prevenzione. La CGIL chiede assunzioni. Provincia di Arezzo: lo scorso anno 4692 infortuni sul lavoro di cui 11 mortali. Il dato peggiore nella Toscana meridionale.

Nel 2022 la Toscana ha registrato un aumento di infortuni e malattie professionali tra i più alti del centro Italia: solo il Lazio ha fatto peggio. A dispetto di questo dato, i Dipartimenti della Prevenzione della provincia di Arezzo si stanno svuotando. Mancano in particolare medici e tecnici della prevenzione.

“Tra le 3 province della USL Toscana Sud Est, Arezzo è quella in cui si è verificato il maggior numero di infortuni sul lavoro: nel 2022 sono stati 4692 di cui 11 mortali. Si tratta anche della provincia con il maggior numero di imprese e di occupati dell’area vasta – sottolinea Alessandro Tracchi Segretario provinciale della Cgil. Con quali risorse si pensa di offrire un servizio fondamentale volto alla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro senza presidi numericamente adeguati sul territorio? In che modo s’intende garantire tempestivi interventi di sanità pubblica o sicurezza alimentare?”.

Tracchi ribadisce quanto denunciato nel corso dell’ultimo incontro tenuto in Prefettura sul tema salute e sicurezza il 28 giugno, durante il quale rilevava come critica la carenza di personale ispettivo Asl e Inail

La Fp Cgil sta da tempo chiedendo più assunzioni in sanità, poiché il tetto alla spesa per l’organico sta mettendo in seria crisi i servizi e, tra questi, quelli della prevenzione sono tra i più penalizzati. Il Servizio di igiene pubblica della Valtiberina è privo di personale assegnato, il PISLL del Valdarno è ridotto a meno della metà del personale tecnico sanitario e, dopo il pensionamento del dottor Ezio Rotondo, manca anche il Responsabile di unità funzionale. In Casentino l’IPN è priva di un tecnico da molti mesi. Anche gli altri servizi sono in sofferenza. In pratica, chi va in pensione non viene sostituito. Gli interventi sui territori scoperti sono affidati ai tecnici delle altre zone, costretti a percorrere talora oltre 100 km per raggiungere il luogo dell’intervento. Tale condizione si protrae da troppo tempo e i lavoratori e le lavoratrici sono sempre più stanchi. Ogni giorno rischiano incidenti stradali e il burn out dovuto all’eccessivo carico di lavoro. Malgrado questo quadro allarmante la USL TSE non prevede l’assunzione di un numero adeguato di tecnici della prevenzione.

La Cgil e la Fp di Arezzo chiedono che le parole pronunciate dal Direttore generale, in occasione della pubblicazione dell’andamento infortunistico reso noto da Inail ad aprile di quest’anno, si traducano in azioni concrete a beneficio del nostro territorio e dei lavoratori delle imprese locali, ma anche del personale dell’azienda sanitaria che merita le medesime tutele di salute e sicurezza.

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