“Esprimiamo un giudizio fortemente critico sul memorandum d’intesa firmato domenica scorsa tra l’Ue e la Tunisia, alla presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Un accordo che invece di sostenere processi di democratizzazione e di promozione dei diritti universali continua con la politica di esternalizzazione e militarizzazione delle frontiere europee, e che offre risorse in cambio dell’azione di criminalizzazione della migrazione”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale.
“La Tunisia – sottolinea la Confederazione – è uno Stato che vive una crisi democratica, il dissenso e la protesta sono criminalizzati, il nazionalismo e il razzismo sono i nuovi tratti identitari, basti pensare a quanto viene riservato ai migranti sub-sahariani”. “L’obiettivo dichiarato più volte nel testo del memorandum e dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è quello di combattere il traffico illegale di persone e non – sottolinea la Confederazione – di eliminare le cause delle migrazioni forzate, di costruire canali di migrazione legale e di investire nello sviluppo locale, con priorità alle zone maggiormente povere. Tra le finalità, invece, compaiono: attrezzare la guardia costiera a reprimere le partenze, accordando, la piena collaborazione per rimpatriare tutti coloro che riusciranno ad attraversare il Mediterraneo”.
“Nulla si dice – prosegue la Cgil – della necessità di regolarizzare chi è in Italia e in Europa per eliminare sfruttamento e condizioni di vita disumane, permettendo così a queste persone di riconquistare diritti e dignità e contribuire con il proprio lavoro regolare a sostenere anche il Paese di accoglienza”. “Crediamo che l’Unione europea avrebbe dovuto imporre delle condizionalità per il ripristino del rispetto dei diritti umani universali, per le libertà civili e sindacali, per la pace e la sicurezza, purtroppo – conclude la Confederazione – nulla di tutto ciò viene garantito dalla Repubblica Tunisina”.