Allerta caldo e rischio colpi di calore sui luoghi di lavoro, Mirko Lami (Cgil Toscana): “Occorre valorizzare il ruolo degli Rls – Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza – per ottenere precauzioni condivise”
Oramai siamo tutti consapevoli che il meteo sta cambiando, e non solo lo si nota per le enormi bombe di acqua che mettono in ginocchio interi territori, ma cambia anche la temperatura che, sempre più frequentemente, si presenta con picchi di calore molto elevato, 40/45 gradi, e di durata molto più lunga rispetto agli anni passati.
Questo fenomeno deve far intervenire i soggetti che si occupano di Sicurezza nei luoghi di lavoro insieme alle Asl e le parti datoriali.
Lavorare sotto il sole a 40 gradi, e fare un lavoro pesante come stendere il bitume per rifare il manto stradale, significa aumentare il rischio di colpo di calore che può essere molto pericoloso perché, come spiegano i medici, potrebbe colpire gravemente l’encefalo.
Vi sono però altri lavori che mettono ad elevato rischio i lavoratori e di cui si parla poco, ad esempio tutti i lavori edili che si occupano di rifacimento delle facciate delle abitazioni, oppure i lavori in agricoltura ma anche quelli dove si opera in ambienti dove il sole non entra, ma il calore e il tasso di umidità sono altissimi, come le fonderie, le tintorie, le vetrerie, dove si rischiano colpi di calore che possono portare ad infarti.
Spesso in questi giorni si sente parlare di svolgere i lavori di notte, ma questo non sempre è possibile perché non in tutti i lavori la luce artificiale è sufficiente a garantire la visibilità necessaria per ottimizzare il lavoro.
La legge permette anche di fermare il lavoro, in situazioni estreme e pericolose per le maestranze, ma si sente dire da imprenditori che il capitolato non lo permette perché aumenterebbero i costi; insomma, di fronte al pericolo che con gli anni si presenta sempre più accentuato, si mette di fronte il profitto e questo non porta niente a tutti gli sforzi che facciamo sulla sicurezza.
Ecco che abbiamo uno strumento che è a tutt’oggi poco utilizzato, e mi riferisco ad una figura particolare che può portare un grande valore aggiunto alla ricerca di soluzioni; il Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (RLS) o, dove non è presente, il Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza territoriale (RLST) che conosce il lavoro e, attraverso un lavoro di squadra con la Asl e il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) aziendale, può portare il suo contributo sul documento di valutazione del rischio e, quando possibile, può indicare una turnazione più idonea.
Firmato: Mirko Lami, Dip. Sicurezza nei luoghi di lavoro CGIL Toscana