Presentato a Firenze rapporto Ebret su artigianato toscano: prosegue la ripresa (foto)

Presentato oggi a Firenze il nono Rapporto annuale dell’EBRET: prosegue la ripresa dell’artigianato toscano, crescono fatturato ed occupazione. Non mancano però segnali di rallentamento

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Prosegue la ripresa dell’artigianato toscano, che ha chiuso il 2022 con un fatturato in aumento del 5,2% ed un indicatore medio dei margini di vendita (+17%) che ha fatto registrare il miglior risultato degli ultimi 5 anni.

Gli effetti della crisi sanitaria sembrano superati: il livello di attività aziendale è ritenuto “normale” dall’82% degli imprenditori e l’aumento del numero degli occupati (3mila unità, +2,3%) ha riportato la consistenza degli organici aziendali al di sopra dei valori pre-crisi.

A rivelarlo è il IX “Rapporto economico sul settore artigiano toscano”, presentato oggi a Firenze e realizzato dall’Osservatorio Imprese Artigiane promosso dall’EBRET, l’Ente Bilaterale dell’artigianato toscano presieduto da Monica Stelloni.

A trainare la crescita occupazionale è la filiera delle costruzioni, ma fanno registrare saldi positivi anche manifatturiero e servizi. Solo la filiera della pelle accusa un calo dei propri dipendenti (-500 unità) causato probabilmente da un processo di riorganizzazione in corso. Il comparto concia-pelletteria-calzature mette comunque a segno la migliore performance in termini di fatturato (+8,7%), con tutto il resto del sistema moda che riporta tassi di crescita superiori alla media (+7,8% per il tessile, +6,1% per l’abbigliamento).

Nel complesso i migliori risultati vengono dalle imprese esportatrici e da quelle orientate all’innovazione. Riprende l’accumulazione del capitale anche se peggiorano le condizioni di accesso al credito e calano i prestiti concessi alle imprese artigiane (-3,8% a settembre dello scorso anno). La quota di aziende che ha realizzato investimenti risale (34%) senza però raggiungere ancora i valori pre-crisi pandemica (39% nel 2019).

A livello territoriale crescono tutte le province toscane, Prato in primis (+9,1%). Meno brillanti Massa Carrara (+3,5%), Grosseto (+3,1%) e Pistoia (+2,3%).

Non mancano alcuni segnali di rallentamento. La nati-mortalità delle imprese artigiane ha chiuso il 2022 con un saldo positivo (+409 unità, il secondo consecutivo dopo 12 anni “in rosso”) ma le iscrizioni ai registri camerali sono passate dal +15,6% del primo semestre al -6,7% del secondo. Il 2023 si è aperto con un’ulteriore discesa del tasso di crescita del tessuto imprenditoriale (+0,2% nel primo trimestre, era al +0,7% un anno prima). Anche l’andamento dei dipendenti, dopo aver raggiunto una crescita prossima al 5% nella prima metà dell’anno, ha rallentato nella parte finale (+2,3% il dato dell’ultimo trimestre 2022). Sono in aumento inoltre gli interventi della cassa integrazione FSBA (+15% gli importi rendicontati nei primi due mesi del 2023).

Le aspettative degli imprenditori artigiani per il 2023 restano moderatamente positive, con il fatturato che è previsto ancora in crescita ed aspettative su occupazione e investimenti che restano favorevoli. L’ottimismo è tuttavia stemperato da due indicatori. Il primo riguarda l’entità della crescita attesa per il 2023 (fatturato +1,9%), in rallentamento rispetto ad un anno fa. Il secondo è costituito dalla quota di imprenditori che hanno espresso incertezza relativamente alla direzione attesa (19%), in repentino rialzo rispetto alle precedenti due rilevazioni. Il 2023 sembra dunque destinato a caratterizzarsi come una fase nel complesso ancora favorevole per il sistema artigiano, seppur all’interno di un quadro in cui aumentano i fattori di incertezza.

Ricordiamo che in Toscana l’artigianato si compone di circa 100 mila aziende per oltre 250 mila addetti, con un contributo di quasi il 20% all’occupazione delle imprese private della nostra regione ed un’incidenza sul Pil regionale superiore al 10%. Nel comparto è costante l’aumento delle imprese a conduzione femminile (sono ora il 19%).

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