Manifattura empolese, l’assemblea Cgil: le analisi e le proposte (foto)

Manifattura empolese, l’assemblea Cgil al palazzo delle Esposizioni a Empoli: l’analisi e le proposte. “Recupero delle aree industriali, azioni per la capacità di sviluppo e attrazione investimenti”

Oggi la Cgil ha organizzato una assemblea territoriale a Empoli al palazzo delle Esposizioni per discutere della manifattura del territorio. Sono intervenuti esponenti delle categorie Filctem, Fp, Fiom, Fillea, Flai, Nidil oltre a Stefania Raimondi dell’Ufficio Vertenze, il segretario generale toscano Rossano Rossi, il segretario della Camera del lavoro di Firenze Bernardo Marasco e Mauro Faticanti della segreteria Cgil Firenze. Gianluca Lacoppola, membro della segreteria Cgil Firenze, ha fatto l’analisi della situazione e lanciato proposte.

LA POSIZIONE DELLA CGIL

L’assemblea di oggi è dedicata al ricordo di Marco Cappelli, lavoratore Sammontana, da sempre politicamente attivo a Empoli, nell’ANPI e nell’ARCI, sempre presente alle mobilitazioni CGIL. Un compagno che ci mancherà molto. La discussione di oggi si è concentrata sulle aziende medio-grandi (ovvero sopra i 50 addetti), un pezzo del sistema produttivo empolese valdelsa importante più di quanto non si creda.

QUADRO GENERALE

Si tratta di un settore della produzione con un fatturato di miliardi di euro e che fa dell’empolese-valdelsa uno dei distretti industriali più importanti della Toscana. I settori in cui si concentrano le aziende medio-grandi sono principalmente: agro-industria, vetro, gomma e plastica, moda, meccanica e informatica. Occupano circa 10mila addetti sui circa 20mila delle attività manifatturiere del territorio. E per la CGIL rappresentano una delle realtà con i maggiori tassi di sindacalizzazione (circa 1 su 3 è iscritto alla CGIL) e dove la CGIL ha una maggioranza in molti casi assoluta delle RSU.

IL RUOLO DELLA CGIL

Nell’area metropolitana l’empolese-valdelsa rappresenta un importante polmone manifatturiero, capace di proporre una valida alternativa ad una tendenza sempre più presente nel capoluogo Firenze che, sotto la pressione della rendita, conosce la tendenza di fare denaro senza la mediazione del processo di produzione. Come CGIL svolgiamo un ruolo essenziale, tutelando il lavoro e i salari, prima di tutto contrattando nelle aziende, e chiedendo investimenti e miglioramento dei processi produttivi alle aziende, come ad esempio sta succedendo in Zignago e Sammontana. Se l’Empolese Valdelsa, con tutte le sue difficoltà, è ancora un luogo dove regge la coesione sociale è perché i lavoratori della manifattura continuano ad essere la spina dorsale della tenuta del territorio. Questo nonostante nel dibattito pubblico, tra le persone e nella politica questo fatto appaia troppo poco, con la sola eccezione di quando si aprono crisi aziendali. Per questo siamo preoccupati quando fabbrica e territorio rischiano di entrare in conflitto. Noi siamo la CGIL, siamo un sindacato generale che svolge un ruolo nell’alleanza tra operai e cittadini. Abbiamo l’ambizione di migliorare il lavoro e con esso l’intero contesto sociale. Ma occorre anche che la politica raccolga la sfida, prima di tutto dando rappresentanza a chi lavora.

LE PROPOSTE

1. Il recupero e la sistemazione delle aree industriali. Diciamo la verità, se un centro storico o un quartiere residenziale fossero in stato di abbandono in città non si parlerebbe di altro. I lavoratori non sono cittadini di serie B e hanno gli stessi diritti a vivere in ambienti adeguati anche quando lavorano. Per questo chiediamo di riorganizzare le aree industriali: portandoci mezzi pubblici e piste ciclabili, costruendo servizi (come farmacie e poste), progettando punti ristoro e luoghi di pausa attrezzati, prevedendo parcheggi idonei e rifacendo le sedi stradali.

2. Rafforzare le capacità di sviluppo e attrazione degli investimenti. L’empolese-valdelsa ha una posizione geografica invidiabile, ma senza una pianificazione a indirizzo pubblico su ricerca, logistica e infrastrutture materiali e immateriali rischia rapidamente di perdere competitività. Bisogna aiutare le aziende che vogliono investire e ancor più inserirle in una politica industriale pubblica che dia il senso di dove vogliamo andare.
In concreto servono:
– hub logistici sul territorio (soprattutto in Valdelsa) mentre il mercato, che agisce secondo altre logiche, tende a concentrarli nell’area della piana fiorentina;
– vie di comunicazione per le persone e le merci più rapide ed efficienti, prevedendo una maggiore movimentazione merci su ferro e soprattutto una alternativa vera all’uso della macchina (ferrovia e mezzi pubblici efficienti che possa parzialmente svuotare la FIPILI che è il grande problema della nostra area);
– azioni per favorire la ricerca e l’innovazione tecnologica sul territorio per rendere il distretto industriale empolese-valdelsa competitivo a livello internazionale;
– azioni per attrarre players per l’infrastrutturazione immateriale;
– azioni per definire una formazione professionale adeguata alle trasformazioni in atto e che quindi guardi in prospettiva;
– azioni per anticipare i progetti per la transizione ecologica (dalla diffusione delle rinnovabili alle comunità energetiche).

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