“Gli investimenti legati al PNRR avrebbero dovuto determinare anche un netto miglioramento della condizione delle giovani e dei giovani del nostro Paese, ma non solo questo non sta avvenendo, come certifica il rapporto annuale dell’Istat, ma se non si cambia decisamente passo, ci sarà invece un peggioramento ulteriore. A pesare saranno anche le scelte sbagliate del Governo, a partire dall’ulteriore precarizzazione dell’occupazione determinata dal ‘Decreto Lavoro’, che di fatto liberalizza il tempo determinato e sdogana l’utilizzo dei voucher in alcuni settori dove il lavoro dei giovani è presente”. È quanto dichiarano le segretarie confederali della Cgil Lara Ghiglione e Maria Grazia Gabrielli.
Per le dirigenti sindacali “il rapporto annuale Istat, riferito al 2022, è tanto chiaro quanto preoccupante: gli indicatori di benessere dei giovani in Italia sono ai livelli più bassi d’Europa, oltre 4 milioni di ragazzi hanno almeno un segnale di privazione, e 1,7 milioni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione (i cosiddetti Neet), condizione che interessa maggiormente le ragazze e chi risiede nel Mezzogiorno. Un divario territoriale – sottolineano – che rischia di aggravarsi a causa degli effetti prodotti dall’autonomia differenziata proposta dall’attuale Governo”.
Inoltre per Ghiglione e Gabrielli “preoccupano il tasso di abbandono scolastico, quello di espatrio dei laureati e la forte migrazione di giovani qualificati dalle province del sud verso quelle del Nord, sempre a discapito dello sviluppo del Mezzogiorno”.
“L’Europa, stanzia ingenti finanziamenti per le politiche giovanili dei Paesi, a differenza delle scarse risorse messe in campo dal Governo italiano, ma evidentemente – sostengono le segretarie confederali della Cgil – al nostro manca una progettualità che permetta di raggiungere dei risultati apprezzabili. I tagli all’istruzione e la scarsa attenzione all’occupazione giovanile, a partire dalla non volontà di contrastare la precarietà e lo sfruttamento, fanno il resto”.
“Continueremo a lavorare per ottenere serie politiche per i giovani, a partire dal tavolo sulla previdenza di martedì 11 luglio, a loro dedicato, nel quale – annunciano – rilanceremo la proposta di una ‘pensione di garanzia’ in grado di conferire rendite dignitose a chi ha avuto un percorso lavorativo precario e discontinuo.Diritto allo studio e diritto al lavoro tutelato rimangono le priorità per le quali continueremo a incalzare il Governo, che anziché colpevolizzare le donne per la scarsa natalità del Paese, dovrebbe agire per rendere il lavoro dei giovani stabile e adeguatamente retribuito. La mobilitazione della Cgil è per i giovani – concludono Ghiglione e Gabrielli – e per loro, e con loro, a settembre saremo in piazza per i diritti di tutte e di tutti”.
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