Pnrr: Cgil, da Governo solo proclami su asili nido, ma realtà è un’altra

“Nonostante i tentativi di rassicurazione del Governo, l’incertezza sul raggiungimento degli obiettivi del Pnrr relativi alla creazione, entro il 2027, di 228 mila posti negli asili nido appare purtroppo fondata e si tratterebbe di una débâcle di proporzioni preoccupanti per il nostro Paese. I proclami dell’esecutivo sono ben noti, ma la realtà dei fatti è un’altra”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
La dirigente sindacale sottolinea: “È già saltata la scadenza del 30 giugno per la quarta richiesta di pagamento (pari a 16 miliardi). Entro tale data si sarebbe dovuta realizzare l’aggiudicazione degli appalti, e il Governo, al di là dei proclami ottimistici, ha chiesto ulteriori quattro mesi per la presentazione di una nuova versione del Piano”.
“Il nostro Paese – prosegue la segretaria confederale – risulterebbe così incapace di dotarsi di un’infrastrutturazione sociale strategica per il raggiungimento di importanti obiettivi: natalità, occupazione femminile e giovanile, lotta alle diseguaglianze e alla povertà, e garantire a tutti i bambini e le bambine il diritto ad avere un’educazione di qualità sin dalla prima infanzia. Inoltre, appare preoccupante il rischio di stallo anche per le mense, come servizio necessario per poter estendere il tempo pieno nella scuola”.
“Intanto la situazione resta critica, come risulta nelle graduatorie per l’accesso agli asili nido di tanti Comuni da cui continuano a rimanere fuori troppi bambini e bambine. E preoccupa – aggiunge Barbaresi – il divario territoriale esistente: parte del Nord del Paese è già in linea con l’obiettivo del 35%, mentre il Meridione è fermo a percentuali che in alcune aree non arrivano al 15%. Non secondario appare infine il tema della sostenibilità delle nuove strutture che necessitano non solo di essere realizzate, ma ad esse va garantito anche il concreto funzionamento con un piano di assunzioni e di formazione del personale”.
“Riteniamo che la questione della denatalità vada affrontata anche investendo nei servizi pubblici di qualità. Il Governo però – conclude Barbaresi – non ci sembra della stessa idea, sarà quindi difficile aspettarsi un’accelerazione verso la realizzazione degli obiettivi del Pnrr in questo ambito”.

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