“Fare comunità contro le mafie”: il convegno Cgil Toscana a Firenze “La vicenda Keu” (foto)

“Fare comunità contro le infiltrazioni delle mafie”: stamani il convegno Cgil Toscana a Firenze “La vicenda Keu”. Rossano Rossi: “La vicenda sul Keu segna in maniera indelebile una situazione che già in parte sapevamo ma che ora non possiamo più negare. Noi ci siamo costituiti tra le parti civili e siamo convinti di una cosa: tali situazioni non si devono più ripetere. Questo può accadere con un ruolo più forte della politica che invece in questa vicenda ha segnato una debolezza. Dobbiamo fare comunità come antidoto alle infiltrazioni”

IL VIDEO INTEGRALE

“La vicenda Keu – Fare Comunità contro le mafie in Toscana”: è l’iniziativa, organizzata da Cgil Toscana, che si è svolta a Firenze stamani presso la “Sala Pistelli” nella sede della Città Metropolitana (Palazzo Medici Riccardi).
Sono intervenuti: Rossano Rossi, Segretario Generale CGIL Toscana; Gessica Beneforti, Segretaria CGIL Toscana; Don Andrea Bigalli, Referente Libera Toscana, Presidente Comitato di Indirizzo, Osservatorio Regionale sulla Legalità; Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana; Monia Monni, Assessora all’Ambiente della Regione Toscana; Giuseppe Linares, direttore Servizio Centrale Anticrimine; Emilio Miceli, CGIL Nazionale

LE VOCI

“Abbiamo la netta impressione che non ci sia solo l’inchiesta sul Keu, quella andrà avanti ma probabilmente, se si monitorano diversi cicli di rifiuti, si troverà altro materiale e altri problemi”. Lo ha detto don Andrea Bigalli, referente di Libera per la Toscana e presidente dell’Osservatorio toscano della legalità, parlando a margine dell’iniziativa di Cgil Toscana ‘La vicenda Keu-Fare Comunità contro le mafie in Toscana’, a Firenze. Don Andrea Bigalli ha fatto riferimento “all’area di Lucca per le cartiere, a quella di Arezzo per l’industria dell’oreficeria, tutte realtà in cui magari qualche imprenditore si è servito di prestazioni di smaltimento rifiuti a prezzi sospetti”. Il segretario generale Cgil Toscana Rossano Rossi ha detto che “la vicenda sul Keu segna in maniera indelebile una situazione che già in parte sapevamo ma che ora non possiamo più negare. Noi ci siamo costituiti tra le parti civili e siamo convinti di una cosa: tali situazioni non si devono più ripetere. Questo può accadere con un ruolo più forte della politica che invece in questa vicenda ha segnato una debolezza. Dobbiamo fare comunità come antidoto alle infiltrazioni”. L’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ha sottolineato che è in atto un “lavoro delicato e complesso insieme ad Arpat e in collaborazione con la magistratura”, il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza ha parlato dell’inchiesta sul Keu come “uno spartiacque. È una ferita aperta per la storia della nostra regione, anche per l’atteggiamento della filiera di menefreghismo rispetto al tema dell’ambiente”.
In Toscana “non si può parlare di un radicamento stabile” della mafia “ma i sistemi criminali complessi sfruttano le opportunità ed è compito delle istituzioni centrali e locali, in raccordo con la magistratura, tenere sempre gli occhi aperti”. Lo ha detto il direttore del Servizio Centrale Anticrimine Giuseppe Linares, parlando a margine dell’iniziativa di Cgil Toscana ‘La vicenda Keu-Fare Comunità contro le mafie in Toscana’, in corso a Firenze. “L’importante è che il malato sia sempre disponibile a farsi curare – ha aggiunto -. Ammettere che ci sia il pericolo di una connessione tra i settori produttivi ed elementi legati a una criminalità organizzata non è disdicevole. Occorre che vi sia una collaborazione interistituzionale e che la polizia giudiziaria, con la procura della Repubblica o la magistratura e in stretto contatto con le autorità di pubblica sicurezza, monitorino costantemente la situazione”. (ANSA)

LA NOTA CGIL TOSCANA

Gli ultimi rapporti sulle Ecomafie di Legambiente ci dicono impietosamente come la Toscana sia stabilmente al sesto posto nella classifica degli ecoreati a livello nazionale. Con una caratteristica, la capacità di penetrazione criminale anche in settori e distretti produttivi della Toscana non periferici né tantomeno secondari.
La mafia, anche in Toscana, sta dimostrando che può interferire ed influenzare la vita sociale, politica, istituzionale ed economica della nostra regione entrando nei circuiti imprenditoriali, nei circuiti delle professioni, non con meccanismi di natura intimidatoria, minacce e violenze che rimangono magari sullo sfondo, quanto piuttosto con strategie di natura collusiva, o corruzione vera e propria, con l’obiettivo prevalente che è quasi sempre quello economico di abbattere i costi ed accumulare profitti.
Questo contesto impone a tutte e tutti noi un di più di responsabilità.
Noi siamo un sindacato, i nostri strumenti sono la contrattazione e quando necessario la mobilitazione. Abbiamo provato in questi anni a rispondere a questo richiamo che noi stessi ci siamo fatti, prima di tutto con la contrattazione. In particolare, sugli appalti pubblici, uno straordinario impegno di confronto, con la Regione Toscana e con le altre parti sociali, ci ha consegnato vari risultati.
L’inchiesta Keu rappresenta una delle più imponenti indagini mai effettuate sul territorio regionale. La scelta di costituirci parte civile nei processi penali (per ora è iniziato quello per il filone di indagine cosiddetto Calatruria) trova nel nostro Statuto naturale fondamento e nella nostra missione istituzionale naturale giustificazione.
Una decisione non di mera testimonianza, ma conforme e coerente con il principio che solo in un contesto libero dall’inquinamento criminale può svolgersi il ruolo costituzionale riconosciuto alle organizzazioni sindacali, un atto finalizzato innanzitutto a tutelare i lavoratori e le lavoratrici delle aziende a vario titolo coinvolte nella vicenda processuale, oltre a difendere la qualità delle relazioni sindacali che possono essere libere solo in assenza di infiltrazioni criminali. La corretta e celere individuazione delle responsabilità, lo abbiamo affermato fin dall’inizio dell’inchiesta e ribadito costantemente, è il modo migliore di salvaguardare un distretto fondamentale per l’economia della nostra Regione, composto da circa 600 aziende e da oltre 8.000 addetti. Non possiamo permetterci più disattenzioni, distrazioni, sottovalutazioni e che c’è, ripeto al di là delle responsabilità dei singoli, una responsabilità comune che invece dobbiamo esercitare con maggiore vigore e rigore.
Abbiamo chiesto da subito che Istituzioni, Parti sociali e Imprenditori condividano l’impegno di mettere in campo iniziative e provvedimenti chiari e trasparenti che possano rendere concreta la credibilità dell’intero territorio ed abbiamo presentato, ormai più di un anno fa, pubblicamente, alcune proposte per uscire da questa vicenda avanti e positivamente. Un documento con 10 punti (LEGGI QUI), proposte su cui abbiamo promosso e continueremo a farlo, in parallelo alla vicenda giudiziaria, il confronto con le Istituzioni e le altre Parti Sociali.
Su questi punti, ci stiamo confrontando, anche in questi giorni, in occasione della discussione sulla proposta del Piano regionale dei rifiuti, dell’economia circolare e di bonifica dei siti inquinati, nel quale abbiamo accolto con favore non solo la previsione di specifiche relazioni e sinergie con i settori innovativi ma anche la precipua volontà di assumere il tema della legalità connesso al ciclo dei rifiuti come elemento costituente il piano stesso, e ci pare che diverse delle nostre richieste abbiano trovato agio e risposta nella proposta di piano.
Abbiamo intitolato il convegno “Fare comunità contro le mafie”. Per noi significa che essere una comunità (lavoratori, sindacato, forze dell’ordine, azienda sanitaria istituzioni) animata dagli stessi valori, una comunità coesa, può fare da anticorpo.

Pulsante per tornare all'inizio