Nautica e asse di penetrazione in darsena a Viareggio (Lu), la riflessione Fiom Toscana

Sono più di quarant’anni che Viareggio dibatte in merito alla realizzazione dell’asse di penetrazione in darsena. Nel frattempo il mondo della darsena è cambiato più volte. Non si fanno più i pescherecci d’altura, ne le gasiere e neppure i traghetti veloci, è finita anche l’epoca delle barche in vetroresina costruite ovunque nei capannoni e nei campi in padule.
Oggi i grandi cantieri Viareggini vantano consistenti spazi di produzione nell’ambito della darsena, grazie anche alle scelte fatte dalle organizzazioni sindacali e dalle amministrazioni precedenti. Molti cantieri producono anche nelle zone limitrofe, da Livorno a Navicelli, da La Spezia e fino sull’adriatico.
Inoltre è calato il boom della vetroresina, la nautica punta sempre più su barche di grandi dimensioni, più resistenti, con scafi in acciaio, leghe e nuovi materiali.
E’ quindi fuori luogo pensare ad uno sviluppo della nautica intesa come costruzione di imbarcazioni oltre la ferrovia. Sarebbe opportuno capire quali sono i cantieri ( così come riscontriamo dalle notizie in materia) che costruiscono 10 – 15 barche l’anno di 40 metri di lunghezza oltre la ferrovia. Non abbiamo altresì compreso nemmeno chi costruisce barche di 40 metri larghe 12, così come è stato indicato in una specifica tabella. Ci sembra che la costruzione di mega yacht di 40 metri per 12 sia una scusa che nasconda altri scopi.
La viabilità ha sicuramente bisogno di essere migliorata, la strozzatura della ex Fervet deve essere superata, ma magari è possibile farlo in tempi più rapidi e senza tagliare la pineta, senza abbattere case, riqualificando ed organizzando diversamente la viabilità esistente.
Il passaggio a sud dello stadio comporterebbe una devastazione ambientale inutile per far passare barche “fantasma” e con tempi di realizzazione insostenibili.
La nautica del futuro ha altri bisogni, quali un migliore utilizzo delle concessioni, spesso asservite agli interessi dei singoli cantieri in competizione tra di loro, una dotazione di strutture di servizio più avanzate con impostazioni consortili, un accesso al mare adeguato e garantito nel tempo.
Bisogna migliorare le condizioni di lavoro sul piano della sicurezza, dell’igiene, dei trattamenti e dei diritti dei lavoratori. Oggi i lavoratori lavorano in condizioni arretrate rispetto a trent’anni fa. La nautica sta crescendo, ma le condizioni di lavoro continuano a peggiorare e di conseguenza vi sono ricadute negative anche sulla città. Non esiste uno sviluppo duraturo fondato sull’arretramento delle condizioni dei lavoratori.
Appalti, sub appalti, precariato, mancanza di formazione, salari bassi, scarsi servizi, sono i veri problemi su cui abbiamo chiesto più volte un impegno delle istituzioni, dal Comune alla Regione, ottenendo sempre risposte inadeguate.
Il tavolo regionale sulla nautica non più stato convocato, mentre si cerca di risolvere i problemi senza una visione complessiva dello sviluppo della nautica che, se non governato, rischia di essere effimero.

Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana

Pulsante per tornare all'inizio