“Morire sul lavoro, non possiamo accettarlo, ieri un giovane lavoratore è deceduto mentre stava svolgendo la propria attività in un cantiere edile di San Gimignano, un ragazzo poco più che trentenne che lavorava nell’impresa di famiglia, a cui tutta la CGIL fa le condoglianze” – dichiara il sindacato.
“Gli organi preposti svolgeranno tutti i controlli previsti, ma indipendentemente dalla specificità e dalle responsabilità del caso ancora si continua a morire di lavoro, – sottolinea l’organizzazione sindacale – un incidente mortale proprio alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro e per le vittime dell’amianto che si celebra oggi”.
“Tutti dobbiamo sentirci responsabili, – spiega Daniela Spiganti della Segreteria confederale CGIL Siena – tutti dobbiamo agire affinché queste disgrazie non si verifichino più, serve una responsabilità collettiva. Sono necessari investimenti in formazione partendo anche dalle scuole, per promuovere più sensibilità sul tema, una vera cultura della salute e sicurezza. Occorre investire nei controlli, nella prevenzione, fare assunzioni all’Ispettorato e nei servizi della Medicina del lavoro, sanzionare coloro che non rispettano le leggi e i contratti anche con l’esclusione dalle gare d’appalto e collegare gli incentivi alle imprese ad investimenti su questo fronte”.
“Siamo stufi delle parole a posteriori, – denuncia il Segretario Generale della FILLEA CGIL di Siena Simone Arcuri, organizzazione sindacale dei lavoratori delle costruzioni – ci vogliono scelte precise e chiare che stiamo chiedendo da anni. Serve che una volta per tutte la politica ascolti il grido dei sindacati e delle maestranze, persone che escono la mattina per recarsi sul luogo di lavoro e che non sanno se ritorneranno dalle loro famiglie. Mi domando se c’è la volontà di intervenire o no, la CGIL e la FILLEA sono pronte a fare la loro parte, stiamo sollecitando a tutti i livelli interventi concreti, ma non arrivano. Valorizziamo ancora di più il ruolo delle Scuole Edili e delle Casse Edili aprendole anche agli autonomi e alle partite iva, a Siena ne stiamo ragionando da tempo. Puntiamo sui tecnici degli Enti Bilaterali e sugli RLST, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali, che possono essere figure decisive per la loro presenza sul campo”. “Il settore delle costruzioni è quello più duramente colpito dagli infortuni ed abbiamo già denunciato gli ulteriori rischi dovuti alle crescita del comparto, – prosegue Arcuri – dove quando si lavora si deve correre sempre di più e quindi i pericoli aumentano. Troppe volte la sicurezza viene considerata un costo e la formazione in materia una perdita di tempo, l’edilizia è un settore difficile, talvolta una giungla in cui è facile perdersi. E’ fondamentale che siano investite più risorse per la salute e sicurezza, ma soprattutto che siano spese bene, quindi riproponiamo la patente a punti, ovvero provvedimenti legislativi che facciano sì che l’attività produttiva delle imprese sia collegata al rispetto delle regole sulla sicurezza e che il suo proseguo sia subordinato al calo degli infortuni”.
“La stella polare deve essere quella di una società e di un mondo del lavoro dove non si pianga più la scomparsa di un collega, di un figlio, di un fratello – conclude il Segretario dei lavoratori edili della CGIL – costruendo una cultura della legalità, del rispetto delle norme e della valutazione del rischio condivisa e collettiva, partendo dai giovani, solo allora le cose potranno cambiare davvero, allora la lotta contro le morti sul lavoro potrà essere vinta”.
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