Lotta a desertificazione bancaria, approvato atto in Consiglio regionale. Fisac Cgil Toscana: “Processo non ineluttabile”

Stop all’abbandono dei territori da parte delle banche, approvata risoluzione in Consiglio regionale. Daniele Quiriconi (Fisac Cgil Toscana): “Esternalizzazioni e tagli selvaggi di filiali e dipendenti non vanno accettati come ineluttabili”

Il Consiglio regionale ha approvato oggi una risoluzione sulla cosiddetta “desertificazione bancaria”, impegnando la Giunta ad assumere iniziative in tutte le sedi e verso i soggetti interessati per garantire parità di accesso nei servizi nelle aree interne e contrastare la diminuzione dei servizi bancari.
La risoluzione fa seguito al lavoro portato avanti dalla specifica commissione presieduta dal consigliere Marco Niccolai, che ha svolto audizioni con sindacati, associazioni bancarie e istituti di credito e soggetti istituzionali.
La Fisac Cgil Toscana dal 2017 denuncia l’accelerazione del processo di abbandono dei territori montani e insulari da parte degli istituti di credito nella nostra regione, che oggi vede già 30 comuni sprovvisti di agenzie e spesso anche di bancomat.
Si tratta di comuni non di rado non raggiunti nemmeno dal segnale di telefonia mobile.
Ogni statistica certifica anche che c’è di più oltre al disagio portato a residenti, per lo più anziani, che per anagrafe e storia personale poca dimestichezza hanno con l’home banking; più si allontanano i servizi da un territorio infatti, minore è il flusso di finanziamento all’economia locale in special modo alle piccole e piccolissime imprese come le statistiche certificano.
Il fenomeno in Italia ha subito, a causa di un processo vertiginoso di concentrazione bancaria in pochi oligopoli con la “testa” prevalentemente al nord, un’accelerazione molto più alta che in Francia in Germania o in Spagna dove il rapporto abitanti/addetti/filiali è molto più favorevole che in Italia.
L’assunto secondo cui in un’economia di mercato non c’è regolazione che tenga non può essere accettato in quanto in contrasto fragoroso con i dettati dell’art. 47 della Costituzione che “tutela il risparmio e il credito in ogni sua forma”.
Soprattutto se questo diritto è messo in discussione da scelte aziendali operate da gruppi che, già prima del recente rialzo dei tassi, avevano ripreso a macinare utili (quasi 10 miliardi solo per i primi 2 istituti nell’ultimo anno) e dividendi per gli azionisti.
Secondo Daniele Quiriconi segretario generale della Fisac Cgil Toscana, “il taglio selvaggio delle filiali, dei dipendenti e le esternalizzazioni verso terzi di fase delicate di attività, magari contenenti dati sensibili, non possono essere accettati come ineluttabili soprattutto, e a maggior ragione, per le ingenti risorse di danaro pubblico riversate negli ultimi 10 anni nel sistema bancario per le scelte operate dai vari Governi”.

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