Alcune dichiarazioni e dubbi apparsi in questi giorni sulla stampa riguardanti il progetto ospedale unico Cecina Piombino ci preoccupano molto. Come Cgil riteniamo infatti che non ci debbano essere più incertezze e che serva una svolta affinché l’ospedale delle valli Etrusche possa diventare in breve tempo realtà.
Non neghiamo – malgrado gli sforzi messi in campo dalla Società della salute in termini di sanità territoriale – che nel territorio delle Valli Etrusche non ci siano problemi di presa in carico dei cittadini o ritardi relativi all’erogazione delle prestazioni: sarebbe però un grave errore abbandonare il progetto ospedale unico di Cecina e Piombino.
Tornare indietro significherebbe condannare i cittadini del territorio a poter disporre solo di prestazioni base, anche alla luce di quanto prevedono le normative nazionali in relazione al rapporto tra bacino di popolazione e prestazioni erogabili. Sarebbe un errore grave: ai cittadini devono essere infatti garantite sanità di qualità e prestazioni specialistiche di livello elevato.
Giusto criticare e denunciare le carenze sulla disomogeneità di accesso ai servizi e sulla presa in carico delle persone, ma si pensa davvero che tornare al progetto di due distinti ospedali di base possa davvero aumentare la qualità dei servizi erogati ai cittadini?
Senza contare che lo stop al progetto ospedale unico determinerebbe anche contraccolpi negativi in termini di attrattività nei confronti dei professionisti del settore. Non ci possiamo permettere una marcia indietro del genere.
I problemi – vogliamo ribadirlo – non mancano, e lo abbiamo denunciato più volte. In più di una occasione abbiamo anche proclamato stati di agitazione e proteste, come ad esempio per evidenziare la carenza di personale o le criticità in termini di organizzazione dei servizi.
Ora serve uno scatto in avanti. Si deve procedere spediti verso la concretizzazione del progetto ospedale unico delle Valli Etrusche, garantendo soprattutto solide garanzie per la qualità delle prestazioni relative ai cosiddetti interventi tempo dipendenti.
Alla luce di tutte queste considerazioni, chiediamo di accelerare il percorso con la definizione di un cronoprogramma che definisca modi e tempi certi in modo da garantire una corretta risposta sanitaria alla cittadinanza. Come chiediamo alle amministrazioni pubbliche di portare avanti il processo di programmazione e unificazione. Tergiversare non è produttivo per nessuno.
Monica Cavallini (vicesegretaria generale Cgil provincia di Livorno)
67 minuto di lettura