Pochi, maledetti e in ritardo. “I soldi delle pensioni sono un esempio della considerazione che questo Paese ha nei confronti degli anziani – commenta Giancarlo Gambineri, Segretario provinciale Spi Cgil Arezzo -. Gli aumenti previsti dal 1 gennaio 2023 erano inizialmente slittati a febbraio. Adesso, e la notizia è dell’Inps, un ulteriore rinvio a marzo. Il motivo? L’Inps non ha avuto tempo di adeguare le pensioni con il nuovo calcolo previsto dalla legge di bilancio 2023, approvata lo scorso 29 dicembre. Ricordiamo, per completare il quadro che è stata tagliata la rivalutazione delle pensioni pari a 2.101 euro lordi che, al netto, è certamente una buona pensione ma non tale, per una coppia di anziani, di vivere senza problemi”.
L’Inps ha chiarito che gli aumenti di gennaio e febbraio verranno comunque erogati anche se in ritardo. “Ci sembra il minimo – conclude Gambineri. Si tratta del semplice rispetto della legge. Rimane il fatto che l’Inps sembra avere bisogno di un periodo tra 2 e 3 mesi per rifare i calcoli. E che questi tempi lunghi vengono pagati dai pensionati”.