Su La Nazione l’attacco di Assolavoro ai Centri per l’impiego, lo sconcerto di Fp Cgil Arti: “I Cpi rappresentano un baluardo a sostegno del tessuto sociale”
Sconcerta l’attacco sferrato dal Direttore generale di Assolavoro – Associazione Nazionale di Categoria delle Agenzie per il Lavoro (APL), Agostino Di Maio, che in un’intervista al quotidiano la Nazione, pubblicata sabato 26 novembre (SCARICA L’ARTICOLO), attacca senza mezzi termini quelli che ovviamente percepisce come avversari: i Centri per l’Impiego Pubblici.
Ma quale è lo scopo di questo attacco? L’avversario è il Servizio Pubblico? Qual è l’obiettivo che persegue il Direttore?
Il lavoro manca, la recessione è pesante, ed il mercato offre per lo più occasioni dequalificate e precarie. Il problema è il Servizio Pubblico?
O meglio la soluzione è quella proposta dal vicedirettore del quotidiano, Raffaele Marmo, secondo il quale il decennale “stato comatoso” dei servizi pubblici per l’impiego in Italia si risolverebbe con provvedimenti ispirati alla “poderosa” riforma Hartz, realizzata in Germania ad inizio anni 2000?
Sottacendo gli esiti di quelle costosissime politiche, generatrici dei famosi “Mini-Lavori”, minijob, che tanto hanno fatto per precarizzare il mercato del lavoro tedesco, sviluppando enormemente il fenomeno dei working poors, ”lavoratori poveri”.
In Italia abbiamo già abbastanza lavoratori poveri e poverissimi.
È questo che vogliamo per il nostro Paese?
Il programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, l’azione di riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro, nei piani del precedente e dell’attuale governo, definita dal vicedirettore “Garanzia di gestione burocratica”, in realtà ha l’obiettivo di ridisegnare i servizi per il lavoro al fine di migliorare l’inserimento lavorativo delle persone, attraverso percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento o riqualificazione professionale, e percorsi in rete con gli altri servizi territoriali.
Il programma è rivolto ai lavoratori con ammortizzatori sociali o altri sostegni al reddito, lavoratori fragili (giovani, donne con particolari situazioni di svantaggio, persone con disabilità, over 55), working poor o persone disoccupate senza sostegni al reddito.
Questo programma comprende un’offerta di servizi integrati, basati su una cooperazione tra pubblico e privati, da qui nasce la chiara volontà del Direttore Di Maio di screditare i servizi pubblici, nell’ottica che il privato funziona meglio.
Come Funzione Pubblica CGIL di ARTI, Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego, che gestisce i Centri per l’Impiego Regionali, ci sentiamo obbligati a rispondere con argomenti chiari e dati inoppugnabili ad un attacco del genere.
Lo facciamo a scapito di una narrazione che ci vuole “fatiscenti”, inutili e incompetenti.
Il nostro personale è altamente qualificato, selezionato per meriti ed esperienza, e fortemente motivato nel trovare soluzioni concrete ai bisogni di occupazione nei nostri territori.
Secondo l’Osservatorio del Mercato del Lavoro Regionale, nei primi 9 mesi del 2022, circa 100.000 utenti sono stati accolti e iscritti dai Centri per l’Impiego della Regione Toscana e la maggior parte è stata indirizzata nei successivi percorsi di orientamento. A questo si è aggiunta la profilazione, quantitativa e qualitativa, derivante dal programma GOL.
I Centri per l’Impiego rappresentano un baluardo a sostegno del tessuto sociale.
I Centri rispondono alla funzione di intermediazione della domanda e dell’offerta di lavoro, forniscono gli strumenti di valorizzazione delle capacità lavorative in particolare delle persone con svantaggio nella occupabilità, in un mercato del lavoro toccato da decenni di crisi e con centinaia di migliaia di disoccupati difficilmente ricollocabili.
Le persone in difficoltà sono sempre di più e hanno bisogno di un forte sostegno nel loro percorso di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro, queste persone nei Centri per l’Impiego trovano un primo luogo di accoglienza per ricostruire il loro progetto non solo di lavoro, ma anche di nuova vita.
In Toscana il potenziamento dei CPI è stato attivato per dare risposte concrete ai bisogni di assistenza e di occupazione e proseguendo il piano di assunzioni di personale competente e qualificato e di risorse destinate ai programmi di garanzia e recupero occupazionale, ma non è ancora sufficiente, basti pensare che in Germania o in Francia, gli operatori dei servizi per il lavoro sono dieci volte il numero degli operatori dei servizi in Italia.
Sarebbe questa la riflessione da fare, invece di attaccare sempre e comunque il servizio pubblico, che ricordiamo essere l’unico in grado di raggiungere tutte le fasce della popolazione e garantire parità di accesso alla formazione e al lavoro.
Firmato: Fp Cgil – A.R.T.I. Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego