Carceri: garante Toscana, vedo situazioni inammissibili. Fanfani: “Spero riforma dia semilibertà, detenzione domiciliare”
“Malgrado l’impegno profuso da tutti quelli che operano nel settore spesso constato situazioni non ammissibili e sento un sentimento di frustrazione. Spero che la riforma Cartabia abbia la possibilità, attraverso le modifiche dei nuovi istituti, di dare semilibertà, detenzione domiciliare, lavoro di pubblica utilità e pena pecuniaria”. Così l’avvocato Giuseppe Fanfani, garante toscano dei detenuti, ha chiuso i lavori della settima ‘Giornata dei braccialetti’, evento organizzato nel giorno della Festa della Toscana. “Il carcere – ha aggiunto – tradisce la funzione assegnatagli dalla Costituzione per il mancato rispetto della salute e per la mancata rieducazione”. Per Marcello Bortolato, presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze i tagli al carcere nella legge di bilancio sono “un approccio sbagliato, perché il carcere ha bisogno di risorse umane con la polizia penitenziaria, i funzionari, i volontari, gli educatori, il cappellano”. L’avvocato Leonardo Zagli, che è il referente dell’Osservatorio carcere della Camera Penale di Firenze, ha ribadito l’importanza della Riforma leopoldina del 1786, quando non solo si abolì in Toscana la pena di morte, “ma si abolì anche la tortura, si istituì la figura del difensore d’ufficio per i non abbienti e si limitò la carcerazione preventiva e, qui, si arriva ai giorni nostri”. “L’utilizzo del braccialetto elettronico è stato correlato con un impiego in punto di codice rosso – ha aggiunto – cioè a favore di quei soggetti che dalla magistratura possono essere ritenuti persone offese o a rischio”. L’avvocato Luca Maggiora, presidente della Camera penale di Firenze, ha ribadito come sia importante “rivolgere le tematiche del carcere al pubblico”. Maria Elisabetta Pioli, magistrato del tribunale di sorveglianza di Firenze ritiene che “la custodia in carcere debba essere applicata per residualità cioè quando ogni altra misura non è in grado di fronteggiare il pericolo di recidiva, di inquinamento della prova e di fuga”. (ANSA).