Livorno, il 21 novembre sciopero lavoratori Aamps: “No alla chiusura del termovalorizzatore”

Lunedì 21 novembre i dipendenti di Aamps sciopereranno per l’intera giornata lavorativa: uno sciopero per difendere l’ambiente, la città e il lavoro. La FPCGIL, la FIT-CISL, UIL-Trasporti e Fiadel, insieme ai lavoratori AAMPS sciopereranno per chiedere all’amministrazione comunale e all’azienda di non spengere il termovalorizzatore e di rispettare gli accordi sulla stabilizzazione dei precari.
La chiusura del termovalorizzatore – prevista a ottobre 2023 – causerà una maggior produzione di inquinamento, soprattutto nei quartieri nord. Ad aumentare sarà l’inquinamento dovuto al trasporto su gomma: i rifiuti fino a oggi conferiti al Picchianti verranno infatti caricati ogni anno su centinaia di camion per essere trasportati altrove.
Gli impatti negativi si registreranno anche sul clima: una parte dei rifiuti, dopo esser stata trattata, verrà infatti conferita in discarica e tutto ciò significherà un incremento di gas climalterante. Ad avviso delle Organizzazioni Sindacali lo spengimento del termovalorizzatore senza la contemporanea entrata in funzione di impianti alternativi per lo smaltimento di rifiuti potrebbe configurare una violazione di legge: la normativa europea e italiana prescrivono infatti la progressiva riduzione dei conferimenti in discarica.
A tal proposito vorremo comunque precisare che l’impianto per la creazione di biometano dai fanghi del Rivellino e dagli scarti della tavola, candidato ai fondi del Pnrr e previsto al Picchianti per il 2026, non potrebbe essere affatto considerato alternativo al termovalorizzatore poichè la tipologia di rifiuti trattati sarebbe ben diversa. La vera alternativa al termovalorizzatore in realtà sarebbe l’ossicombustore di Peccioli che potrebbe entrare in funzione nel 2028.
Lo spengimento del termovalorizzatore produrrebbe dunque effetti negativi su ambiente e clima, ma anche sulle tasche dei cittadini a seguito dell’aumento della Tari. Lo smaltimento in altre città dei rifiuti fino ad oggi conferiti al Picchianti comporterà infatti un aumento dei costi di circa 1,5 milioni di euro all’anno. A ciò si devono aggiungere i costi che Aamps dovrà sostenere per il pagamento dell’energia elettrica: ricordiamo infatti che fino a oggi questo costo è stato pari a zero poichè l’azienda poteva sfruttare l’energia prodotta dallo stesso termovalorizzatore. A tutto ciò dovremo sommare i mancati ricavi per la vendita dell’energia elettrica, ambito in cui si sono recentemente registrati incassi record (in alcuni periodi il fatturato mensile relativo alla vendita di energia ha infatti superato il milione di euro).
I dipendenti di Aamps, con le OOSS, sciopereranno però anche a difesa dei livelli occupazionali e per la stabilizzazione dei precari : la dismissione dell’impianto produrrà infatti la perdita di 36 posti di lavoro. Gli addetti al termovalorizzatore verrebbero ricollocati nei servizi collegati alla tariffa puntuale, ma è bene sottolineare che l’entrata in funzione di tali servizi era stata prevista a prescindere dalla continuità impiantistica. Ciò significa che se il termovalorizzatore restasse operativo, si guadagnerebbero 36 posti di lavoro in più: un’opportunità importante per la città, e contemporaneamente è urgente dare risposta ai precari oggi presenti in azienda attraverso la stabilizzazione del posto di lavoro .

Fp-Cgil
Fit-Cisl
Uiltrasporti
Fiadel

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