Fallimento Gaia Service (pulizia e facchinaggio, 70 occupati in Toscana), aperto il tavolo di crisi in Regione. Cgil e Filcams Cgil Firenze: “Le committenze agevolino le procedure per i cambi d’appalto, la curatela chieda la cassa integrazione straordinaria per cessazione, che deve diventare uno strumento strutturale”
Si è tenuto l’altro ieri, presso il tavolo di crisi della Regione Toscana, l’incontro del sindacato con la curatela del fallimento Gaia Service. La crisi ed il fallimento dell’azienda hanno ingenerato forti tensioni occupazionali tra il personale impiegato in Toscana nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio in appalto presso anche importanti e note strutture turistiche ricettive (70 lavoratrici e lavoratori su un totale di 100 su scala nazionale).
Per il nostro territorio la trattativa è stata vòlta a rappresentare alle istituzioni la richiesta di convocazione delle committenze (27 in Italia, di cui 16 in Toscana – tra alberghi e strutture ricettive -) di farsi parte attiva per agevolare le procedure di cambio di appalto, e alla curatela di farsi latrice della richiesta di autorizzazione per la cassa integrazione straordinaria per cessazione.
Al momento è in corso una procedura di licenziamento collettivo su base nazionale; l’eventuale ricorso alla cassa integrazione per cessazione impone un accordo che escluda la possibilità di licenziamenti se non su base non oppositiva, condizione che consentirebbe di individuare una prospettiva temporale sufficiente per determinare i cambi di appalto.
Il settore del terziario, del turismo e dei servizi finalmente, seppur in un regime di universalismo differenziato, può utilizzare strumenti precedentemente di appannaggio esclusivo dell’industria e del manifatturiero; tali strumenti concedono il tempo necessario alle parti per traguardare, laddove possibile, obiettivi altrimenti esclusi per la semplice impossibilità per le lavoratrici e i lavoratori di disporre del reddito necessario durante la trattativa.
La Filcams CGIL di Firenze ritiene che la possibilità di attingere agli ammortizzatori sociali per i settori che rappresenta sia un valore da preservare ed implementare; per questo richiede al Governo un impegno certo affinché la cassa per cessazione, che scade il 31 dicembre 2022, non sia più un’eccezione del passato, non solo cioè che venga prorogata per un altro anno o biennio come ha chiesto la Regione Emilia Romagna solo pochi giorni fa, ma che diventi uno strumento strutturale a disposizione della collettività per dare spazio alla trattativa delle parti ed aprire in questo modo possibili soluzioni.
Per questi motivi e per gli altri riassunti nel comunicato stampa della Regione Toscana, chiediamo a tutte le committenze di partecipare al tavolo di crisi regionale fin dal prossimo incontro per individuare una soluzione per le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo.
Firmato: Rosa Anna Lombardo Filcams Cgil Firenze, Gianluca Lacoppola Cgil Firenze