Certificazione della parità di genere, la Consigliera di Parità e Cgil-Cisl-Uil Arezzo: “Una occasione importante per le imprese del territorio aretino”
Già da tempo utilizzata e diffusa in molti Paesi europei, la “certificazione della parità di genere” è decollata anche in Italia con la legge 162/2021. Dal gennaio 2022 ad oggi sono stati predisposti tutti i passaggi necessari per ottenerla: oltre 10 aziende italiane di grandi dimensioni, operanti nei mercati internazionali, hanno già concluso la procedura di certificazione con un punteggio molto elevato, dimostrando la qualità e la quantità delle azioni messe in campo per superare (e abbattere) le disuguaglianze di genere, tra lavoratrici e lavoratori.
Specificamente inserita nella Misura 5 del PNRR a sostegno del lavoro e dell’occupazione, la certificazione può essere ottenuta da aziende e imprese (di ogni tipologia e dimensione) che adottano politiche gestionali per ridurre il divario di genere, soprattutto negli aspetti più critici: le opportunità di crescita e di carriera dentro la singola azienda, la parità salariale a parità di mansioni, la tutela delle differenze di genere per una corretta gestione dei rapporti tra lavoratrici e lavoratori, la tutela della maternità. L’obiettivo è quello di creare e mantenere luoghi di lavoro inclusivi e rispettosi delle diversità di genere.
La legge italiana apre il sistema di certificazione a tutte le imprese, introducendo sgravi fiscali a favore delle aziende che attiveranno il percorso di certificazione e premialità per le imprese che – in regola con le norme sulla parità di genere – partecipano a bandi di gara pubblici, per realizzare progetti finanziati dal PNRR e dal PNC. Per ottenere la certificazione è necessario che l’impresa sia accreditata secondo le procedure e gli indicatori UNI/PdR 125:2022, già approvate dal Governo italiano e dalla Comunità europea.
Su questi temi il 13 ottobre si è svolto un incontro tra i Segretari provinciali di CGIL, CISL, UIL e la Consigliera di Parità della Provincia di Arezzo. Sono stati esaminati e discussi i contenuti e le problematiche della certificazione di genere a fronte di un tessuto imprenditoriale, come quello aretino, nel quale molte sono le aziende medio-grandi (con oltre 50 dipendenti) e moltissime le piccole imprese che, nonostante le ridotte dimensioni, potrebbero ricavare grande utilità dall’accreditamento: sia a vantaggio dei propri dipendenti, sia migliorando le performance aziendali nell’inevitabile confronto con altri operatori economici, nel mercato europeo e internazionale.
Con l’obiettivo di creare un tavolo di lavoro stabilmente operativo, è stato concordato di convocare un incontro tecnico entro novembre, chiamando a partecipare tutti i soggetti interessati e competenti a livello provinciale e regionale, per valutare congiuntamente i dati della realtà imprenditoriale aretina e le modalità per promuovere e sostenere l’accreditamento e la certificazione delle aziende locali. All’incontro saranno chiamati anche esperti di settore, regionali e nazionali: è infatti importante raccogliere le esperienze già positivamente avviate in altre regioni e province ed approfondire gli aspetti più problematici sotto il profilo normativo e procedurale.