Cooperazione sociale, firmato tra imprese e sindacato a livello regionale il contratto integrativo, riguarda 550 coop e 30 mila lavoratori. Fp Cgil, Cisl Fp e Fisascat Cisl Toscana: “Ora proseguire il confronto, soprattutto in merito alle regole di ingaggio di queste lavoratrici e lavoratori che, non dimentichiamolo, sono al servizio della comunità”.
Il nuovo contratto ha introdotto e rivisitato positivamente questioni rilevanti per i lavoratori come il tempo vestizione, il rimborso spese chilometrico, congedi per le donne vittime di violenza, indennità per attività di soggiorno e altri importanti articoli
E’ un momento importante, poiché dopo 20 anni si giunge al rinnovo del contratto integrativo in Toscana per la cooperazione sociale, che riguarda circa 550 cooperative e si applica a oltre 30 mila lavoratrici e lavoratori, se restiamo alla stima delle sole cooperative aderenti alle tre associazioni di impresa sottoscrittrici.
Un contratto che ha introdotto e rivisitato positivamente questioni rilevanti per i lavoratori come il tempo vestizione , il rimborso spese chilometrico, congedi per le donne vittime di violenza , indennità per attività di soggiorno e altri importanti articoli che saranno comunicati ai lavoratori in assemblee che si svolgeranno nel prossimo mese.
E’ evidente dunque che la portata dell’accordo è ben più ampia, proprio perché questo contratto di livello regionale dovrà essere rispettato anche dalle cooperative che hanno sede fuori regione e quelle non aderenti alle organizzazioni datoriali.
Uno strumento di riunificazione dunque, che dovrà impedire ciò che è accaduto fin troppo spesso, cioè la frantumazione del contratto e la non omogeneità delle condizioni applicate alle lavoratrici e ai lavoratori.
Si recupera la storia e il valore di un contratto che ha contribuito alla crescita del mondo cooperativo e si reintroducono regole uniformi e quindi eque.
“Questa è la sfida che abbiamo davanti”, dichiarano Bruno Pacini della FP CGIL, Andrea Nerini di FP CISL ed Alessandro Gualtieri di CISL FISASCAT, “mentre starà alla politica regionale agire il ruolo decisivo che le compete, per adeguare i costi di conduzione e convenzione ai rinnovi contrattuali siano essi contratti di livello nazionale o regionale”.
Ruolo importante anche al sistema dei comuni, che con la Regione rappresenta la committenza pubblica più importante per questo contratto: “Siamo consapevoli dello stato di crisi economica che sta distruggendo il tessuto produttivo nazionale e anche dei mancati adeguamenti dei finanziamenti da parte del governo centrale – proseguono i tre sindacalisti -, ma non possono essere lavoratrici e lavoratori a pagarne le conseguenze. Per noi il primo patto politico resta quello con chi rappresentiamo ed ognuno deve provare a fare la propria parte, datori di lavoro e committenza pubblica. Aver rinnovato questo contratto regionale non esaurisce la discussione: proseguiremo il confronto, soprattutto in merito alle regole di ingaggio di queste lavoratrici e lavoratori che, non dimentichiamolo, sono al servizio della comunità”.