Firenze, Venchi cioccolato amaro: licenziata una lavoratrice madre e sindacalista Cgil per questioni di tempistica sulla richiesta di congedo parentale. Filindassi (Filcams): “Scelta grave e in ogni caso sproporzionata, ci opporremo in ogni sede sindacale e legale. Al di là della questione tecnica, è inaccettabile l’insensibilità mostrata nei confronti della lavoratrice. Come lei, altri lavoratori impegnati nell’attività sindacale hanno visto incrementato il loro curriculum di contestazioni disciplinari. Non ci faremo intimidire”
La Venchi, nota azienda di cioccolato e gelati, poco tempo fa ha licenziato una giovane lavoratrice, nonché rappresentante sindacale per la Filcams Cgil, del negozio nella Stazione di Santa Maria Novella a Firenze, madre di un bimbo. La motivazione? Ha chiesto il congedo parentale, anche con preavviso più lungo di quanto previsto dalle norme di legge e di quanto aveva sempre fatto. Ma questo termine non era più sufficiente per l’azienda.
“Una giovane lavoratrice madre, Rsa Cgil, licenziata su due piedi, dopo aver chiesto un permesso, come aveva sempre fatto, per poter gestire il bambino in un momento familiare difficile vista la malattia di un parente stretto: siamo di fronte a un fatto grave. Troviamo inaccettabile, ingiusta nonché – in ogni caso – sproporzionata la scelta dell’azienda nei confronti di questa lavoratrice, che dal 2015, quando fu assunta, non ha mai ricevuto nessuna contestazione disciplinare, anzi ha più volte ricevuto encomi dall’azienda, svolgendo anche ruoli di responsabilità non riconosciuti. Tutto ciò fino a quando – alcuni mesi fa – si è iscritta alla Cgil, per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi in azienda. Da lì stranamente sono cominciate contestazioni verbali e scritte. Difenderemo la lavoratrice in tutte le sedi, sindacali e legali, convinti che abbia ragione”, dice Gianni Filindassi di Filcams Cgil. Il quale aggiunge: “Venchi si appella, per giustificare questo trattamento, ad una interpretazione tecnica del contratto collettivo che riteniamo errata. Ma al di là della questione tecnica, è inaccettabile l’insensibilità mostrata nei confronti della lavoratrice e madre di un bimbo piccolo”.
Conclude Filindassi: “Il cioccolato Venchi può essere molto amaro anche per altri dipendenti, in particolar modo per gli iscritti alla Cgil e le sue Rsa. Come la lavoratrice licenziata, altri nostri iscritti e Rsa hanno visto incrementato il loro curriculum di contestazioni disciplinari, e tutto questo senza che il sindacato abbia potuto incontrare l’azienda, nonostante le richieste, senza contare che dall’inizio dell’anno oltre una quindicina di dipendenti si sono dimessi o sono stati licenziati, cifra impressionante se pensiamo che il numero totale dei dipendenti di Firenze si aggira intorno alle 60 unità. Non ci faremo intimidire, invitiamo i colleghi e le colleghe a non abbassare la testa e a far valere – col supporto del sindacato – i propri diritti”.
Riferimento: Gianni Filindassi Filcams Cgil Firenze