Sanità nelle aree interne, lo Spi Cgil Lucca fa il punto al convegno al Parco dell’Orecchiella

Segue il comunicato stampa dello SPI Cgil lucchese riguardante il convegno tenutosi mercoledì 31 agosto presso il centro visitatori del parco dell’Orecchiella. L’evento organizzato dallo SPI Cgil di Lucca e da Liberetà, il mensile del sindacato dei pensionati, è stato occasione di confronto sul tema della sanità delle aree interne, come la Valle del Serchio, che stanno vivendo problematiche gravi, sia caratteristiche del territorio che comuni a tutto il territorio nazionale, ma amplificate dalla marginalità della zona. A prendervi parte diversi sindaci dei comuni della Garfagnana, rappresentanti del sindacato e del comparto sanitario.

IL COMUNICATO

Sono problemi vecchi, ma purtroppo sempre attuali quelli discussi nel corso del convegno sullo stato della sanità nelle aree interne organizzato dallo SPI Cgil Lucca e da Liberetà, il mensile del sindacato pensionati, presso il centro visitatori del Parco dell’Orecchiella.
L’evento è stato il primo di una serie di tre incontri organizzati sulla Provincia di Lucca, che andranno a toccare anche i temi delle problematiche lavorative il 15 settembre a Lucca, e quelli della discriminazione e della violenza di genere il 20 a Massarosa. Hanno preso parte a questo primo appuntamento alcuni sindaci della Valle del Serchio, tra cui Raffaella Mariani di San Romano, Andrea Tagliasacchi di Castelnuovo e Francesco Pioli di Villa Collemandina, il consigliere regionale Mario Puppa, la dottoressa e rappresentante dei medici di famiglia della zona Maria Stella Adami, la responsabile del settore sanità dello SPI Cgil Toscana Marisa Grilli, il responsabile della zona distretto ASL della Valle del Serchio Luigi Rossi e il suo predecessore Franco Chierici.
Significativo anche il luogo scelto per l’incontro: il Parco dell’Orecchiella, che è servito come esempio di una delle maggiori problematiche di queste zone: quella delle difficoltà negli spostamenti.
Per i residenti delle zone più isolate della Garfagnana sono infatti necessari tempi che arrivano fino ad un’ora per raggiungere il primo presidio ospedaliero disponibile, che nei casi di Castelnuovo e Barga non riescono nemmeno a coprire tutti i servizi di cui la popolazione potrebbe avere bisogno. Ne è un esempio il reparto di cardiologia di Castelnuovo, ancora in attività solo per alcune ore al giorno grazie alla convenzione con i medici della Fondazione Monasterio.
Il problema principale è infatti quello della carenza di personale medico, comune a tutto il territorio nazionale, ma esasperato nelle aree interne. Alla base della questione le scarse opportunità di carriera presenti nelle aree interne, ma anche una scarsa programmazione a livello nazionale del ricambio generazionale dei professionisti e l’abbandono della sanità pubblica da parte degli specialisti, spesso diretti verso il settore privato, che offre una qualità del lavoro e retribuzioni migliori.
È quindi centrale la carenza di fondi, causata dal susseguirsi dei tagli al comparto sanitario praticati negli anni precedenti alla pandemia. I fondi stanziati dal PNRR sono infatti destinati alla realizzazione di strutture, grazie a cui dovrebbe partire la riforma delle Case della Comunità, con il decentramento di alcune funzioni degli ospedali in modo capillare sul territorio. Mancano però i fondi per potenziare l’organico tanto degli ospedali che nei presidi territoriali (che rischiano così di diventare contenitori semivuoti), nonché a maggior ragione, quelli necessari per un miglioramento dei salari necessario come incentivo per mantenere le professionalità all’interno del servizio pubblico. Una situazione economica che potrebbe ulteriormente peggiorare nel corso dell’inverno, a causa degli aumenti del costo dell’energia.
Arriva dunque l’appello del sindacato: lo Stato riveda le sue priorità all’interno del bilancio, tornando ad investire sulla sanità per promuovere eque possibilità di accesso ai servizi sanitari per tutti.
Dalla Valle del Serchio arriva però anche una notizia positiva: il successo del progetto “Prossimity Care” della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, che potrebbe fare scuola per tutta Italia, proponendo una modalità di organizzazione del servizio sanitario sulla base dello studio di dati raccolti sul territorio.

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