Qf (ex Gkn, Campi Bisenzio, Fi), oggi il tavolo del Mise. La Fiom: “Il rilancio va fatto con la condivisione e il confronto con i lavoratori”
Il tavolo al Mise conferma per quanto ci riguarda tutto il grado di incertezza che ancora oggi avvolge il progetto QF, così come il fatto che l’attuale bozza di piano industriale è una fotografia dall’alto ancora privo di dettagli e di possibilità di essere discusso e verificato dalle parti sociali. Il grado di incertezza non si riferisce solo ai nomi degli investitori, che in teoria dovrebbero essere rivelati a breve, ma sulla struttura societaria di QF, sulla linea di credito, sulle commesse e la loro ufficializzazione contrattuale.
L’annuncio da parte di Borgomeo della creazione di un consorzio “non a scopo di lucro” non spiega né
chiarisce questi elementi. Anzi determina un ulteriore elemento di non chiarezza. Il rischio paventato è che QF sia una “società fabbrica” funzionante di fatto come un contoterzista di assemblaggio e produzione rispetto a soggetti terzi, senza avere realmente possesso del know how e una finanziabilità chiara del progetto.
Prendiamo atto che tutte le incertezze e le criticità che evidenziamo da tempo sono state confermate dalle stesse istituzioni presenti. Tanto che la necessità di approfondire una volta per tutte tutti questi elementi ha determinato la convocazione di un tavolo tecnico tra Mise, Invitalia, Regione e Borgomeo, con la richiesta di una interlocuzione con gli investitori stessi.
Tale tavolo tecnico avrà il compito di approfondire e istruire tutti gli elementi utili alla riconvocazione del tavolo tra le parti, in tempi più rapidi possibili. Senza infatti tali elementi di chiarezza, le parti sociali sono impossibilitate nel dare vita a una reale discussione e trattativa su elementi quali ad esempio il cronoprogramma di reindustrializzazione e l’accesso all’ammortizzatore sociale.
Va da sé che in assenza di tale riconvocazione del tavolo al Mise, con gli elementi di chiarezza forniti dal tavolo tecnico di cui sopra, qualsiasi atto e annuncio da parte di QF sarà fatto in maniera unilaterale e non in base a un processo di discussione e accordo con le organizzazioni sindacali e la Rsu.
Lungi dal rallentare o ostacolare la vera ripresa industriale dello stabilimento, al tavolo abbiamo proposto tutti gli elementi di avanzamento, per arrivare alla soluzione più chiara, serena e tutelante per tutti:
– un nuovo accordo che implementi e completi l’accordo quadro del 19 gennaio che è purtroppo ad oggi largamente disatteso. Tale accordo dovrebbe codificare un cronoprogramma dettagliato relativo alla reindustrializzazione e formalizzare tutti gli elementi di certezza societaria, finanziaria e di volumi
produttivi.
– una definizione chiara dei passaggi di ripresa produttiva, nelle date e nei volumi interessati e nel tipo di vincolo delle commesse
– l’allargamento del progetto QF alle intelligenze collettive del territorio, commissionando ad Artes 4.0 un progetto di competence center con soggetti pubblici che affianchi e integri quanto prospettato
dall’azienda”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, Stefano Angelini della Fiom-Cgil di Firenze e Rsu Fiom QF