Migliaia di nuovi posti di lavoro, investimenti e sbarco in Borsa. L’obiettivo non è solo arrivare ad una riduzione dei costi e ad un dimagrimento delle tariffe sostenute dagli utenti. Lo scopo è anche “contrastare” l’avanzare delle holding, soprattutto estere, sempre a “caccia” di aziende di servizi pubblici da inglobare. Si è aperto ieri il confronto tra Cgil, Cisl e Uil con i vertici di Acqua Toscana spa, Consiag spa, Publiservizi spa e Alia servizi ambientali spa, le aziende che hanno avviato il percorso di fusione che porterà alla nascita di “Multiutility Toscana”, holding dei servizi pubblici in materia di acqua, gas e rifiuti che coinvolgerà quasi 70 comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia. Un confronto, quello avviato con le organizzazioni sindacali, che sfocerà probabilmente già la prossima settimana in una bozza di un protocollo d’intesa da sottoscrivere entro settembre, quando i consigli comunali dei territori coinvolti nella fusione inizieranno a discutere per dare il via libera al progetto, che prevede anche lo sbarco in Borsa con la parte pubblica titolare de151%. «L’ambizione è di arrivare aduna multiutility regionale con un’operazione che mira a mettere al riparo le società anche da appetiti che arrivano dall’estero – spiega Dalida Angelini, segretaria regionale della Cgil -. In questo percorso è fondamentale il lavoro, la sua qualità, l’incremento dei servizi e la riduzione delle tariffe. Abbiamo chiesto inoltre un piano di internalizzazione dei servizi e dei lavoratori dati in appalto». Quattro le principali richieste avanzate dai sindacati: garanzia dei livelli occupazionali e nuove assunzioni, modernizzazione dei servizi, un piano di formazione e qualificazione dei lavoratori e contenimento dei costi per arrivare alla riduzione delle tariffe. Un percorso, quello avviato ieri, che secondo Ciro Recce, segretario regionale della Cisl, vede schierati i sindacati «a garanzia dei lavoratori e degli utenti e per la realizzazione di un grande piano assunzionale», ma che pone anche dubbi sullo sbarco in Borsa. «Un progetto da cui può nascere anche un presidio a difesa delle realtà imprenditoriali e dei servizi pubblici in Toscana conclude Paolo Fantappiè, segretario regionale della Uil-. Abbiamo però perplessità sulla quotazione in Borsa viste le esperienze del passato non sempre positive».
(fonte: il Tirreno)