Situazione Ispettorato del lavoro: il focus di Collettiva con Micaela Cappellini di Fp Cgil Toscana

Per tutelare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per contrastare con efficacia caporalato e sfruttamento, bisogna permettere all’Inl di svolgere fino in fondo il proprio compito e garantire condizioni dignitose. Ne parliamo con Micaela Cappellini, ispettrice toscana nonché coordinatrice regionale Fp Cgil Toscana per l’Ispettorato

(servizio a cura di Roberta Lisi per collettiva.it)

A raccontare la propria esperienza professionale e a riflettere allargando lo sguardo sul suo mondo, è un’ispettrice. Micaela Cappellini lavora a Firenze, è in forza all’Ispettorato nazionale del lavoro ed è coordinatrice regionale Fp Cgil Toscana per l’Ispettorato. Una donna anche perché, diversamente da quel che si crede, questa è una professione in cui proprio le donne sono in leggera maggioranza. Ma per loro è più difficile che per gli uomini. Spesso i titolari delle aziende che vanno a visitare non riconoscono loro autorevolezza e autorità. E poi proprio a lei è capitato di subire discriminazioni e quasi molestie, perché lavoratrice madre, che l’hanno costretta a rivolgersi alla magistratura. Ma si sa: questo dipende non solo dalla cultura diffusa ma anche dagli uomini che ricoprono determinati ruoli. Il suo dirigente è cambiato e la situazione è migliorata.

Cos’è il lavoro d’ispettrice del lavoro?
Attualmente, dopo il decreto legislativo 146 del 2021, l’Ispettorato ha assunto anche la competenza in materia di sicurezza. Quindi agiamo in parallelo su due binari. Da un lato le verifiche sulla regolarità del lavoro, contrattuale, normativo, contributo. Dall’altro quella su salute e sicurezza. Le verifiche vengono fatte sia sulle “carte” – che comunque vanno raccolte in azienda – che con ispezioni vere e proprie nei luoghi da lavoro. Esistono due strade diverse di attivazione delle ispezioni: quelle programmate sulla base degli obiettivi che ogni anno l’Inl si dà, e quelle su denuncia o segnalazioni di singoli lavoratori (di solito questo accade quando il rapporto di lavoro si conclude), o delle organizzazioni sindacali.

Lavoro regolare e lavoro sicuro. Lavoro irregolare significa insicuro. È così?
Sì. Condizioni di lavoro non regolare, nero o grigio, portano con sé inevitabilmente sfruttamento e grandi rischi rispetto alla salute e alla sicurezza. Dove c’è irregolarità c’è un aumento degli incidenti anche mortali. Tutte le forme di sfruttamento possibili, e sono tante, hanno un comune minimo denominatore, sono lavori insicuri. Purtroppo però non è detto che lavoro regolare sia sinonimo di lavoro sicuro, anzi. Però per eccellenza, per antonomasia il lavoro sotto ricatto, sfruttato, è lavoro insicuro.

Torniamo alle denunce.

Oltre il 90% di lavoratori e lavoratrici che si rivolgono ai nostri uffici per irregolarità nelle buste paga, mancata corresponsione di contributi, non pagamento degli straordinari eccetera, arriva quando il rapporto di lavoro è finito. C’è tanta paura di ritorsione. Questo la dice lunga del clima che si vive nei luoghi di lavoro, di quanto si è disposti ad accettare pur di mantenere l’impiego.

Quanto tempo passa prima che l’Ispettorato riesca ad attivare un’ispezione in quell’azienda che è stata segnalata?
Dipende dal territorio. In linea di massima su questo ci sono delle linee guida a seconda dell’urgenza del carattere della segnalazione. Se arriva una denuncia che riguarda un cantiere temporaneo, dove non si sta applicando le norme di sicurezza, è logico che occorre intervenire subito. Se invece la richiesta d’intervento riguarda buste paga irregolari ed è trascorso tempo dalla fine del rapporto di lavoro, questa viene classificata come meno prioritaria

Il modo con cui svolgete il vostro lavoro è sufficientemente efficiente ed efficace rispetto alle problematiche di lavoro illegale e lavoro non sicuro, soprattutto dalla ripresa post-pandemia?
No. Noi siamo dinosauri in un mondo che corre. La frase non è mia, è di una mia collega ma è assai rappresentativa. Noi cerchiamo di tenere il passo, ma abbiamo oltre la buona volontà degli addetti, pochi strumenti e poco personale. Davvero ci vuole tanta buona volontà per finire dentro le aziende. Non è facile trovarsi all’interno di alcune situazioni, penso ad esempio agli accessi che facciamo contro il caporalato. Troviamo delle condizioni non solo di lavoro ma anche di vita – se vita si può chiamare – di uomini e donne che è difficile anche raccontare. Tutelare il lavoro è un mestiere difficile anche dal punto di vista personale, occorre avere professionalità e competenze tecniche, ma anche tenuta psicologica ed emotiva, capacità di mediazione, ascolto, empatia. Tutte cose che non si imparano all’università, ma attraverso l’esperienza nostra e dei nostri colleghi più anziani. Uno dei problemi più grandi di questi anni che con l’ingresso in pensione di una parte consistente del personale e contemporaneamente con il blocco del turn-over non c’è stato “il passaggio di testimone”, grandi competenze sono andate perdute senza che potessero esser trasferite ai nuovi.

Dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro e della strumentazione tecnica siete a posto?
Purtroppo no. Servirebbe una struttura forte in grado non dico d’incorporare tutti i soggetti che si occupano di vigilanza sul lavoro, ma almeno di coordinarli. Invece ci siamo noi dell’Inl che abbiamo competenze sia sulla parte giuridico-contrattuale che su quella salute e sicurezza. Poi ci sono le Asl e l’Inail, sempre sul versante salute e sicurezza, e ancora l’Inps per la regolarità contributiva. Ogni istituto con le proprie procedure, le proprie priorità e soprattutto le proprie banche dati che non comunicano. Tutto questo è una dispersione di energie. Penso sarebbe meglio un’unica struttura con più divisioni, per coordinare il raggio dell’azione della tutela del lavoro su tutto il territorio.

Veniamo al personale. Il ministro Orlando ha più volte annunciato il reclutamento di nuovo personale ispettivo. Come siamo messi?
Innanzitutto bisogna ricordare che, oltre agli ispettori, all’Inl svolge un ruolo fondamentale anche il personale amministrativo. Ebbene, le ultime assunzioni in questo settore risalgono al 1985. Attualmente una parte dell’orario di lavoro di noi ispettori e ispettrici è dedicato a compiti amministrativi: non ci competono ma se non li svolgiamo è l’intero servizio a fermarsi. In queste settimane ne sono stati assunti 300, numero del tutto insufficiente a coprire i buchi in organico.

E per quanto riguarda gli ispettori?
Sono in arrivo 691 nuovi ispettori e ispettrici, dovremmo rapidamente raggiungere 850 nuove assunzioni. Nel 2021 ci è stata riaffidata anche la competenza su salute e sicurezza: essendoci stata tolta sul finire degli anni ’70 ispettori tecnici per questo settore non ne abbiamo più. Parlo d’ingegneri, architetti, geometri eccetera. Finalmente sono state pubblicate le date del concorso per assumerne 1.249, le prove scritte si terranno il 12 e 13 luglio. Buona notizia certo, ma non bastano. Poi una considerazione: per riuscire a fare, come tutte le pubbliche amministrazioni, i concorsi a costo zero anche quelli per l’Inl vengono gestiti da soggetti esterni, questo implica dei passaggi burocratici, ovviamente più elefantiaci e tempi più lunghi. Ma non abbiamo tempo. Oggi sono solo in 200 a compiere le ispezioni su salute e sicurezza in tutto il Paese. La questione della salute e della sicurezza non riguarda soltanto l’incidente quando capita, ma occorrerebbe costruire salute e sicurezza prima. Stiamo parlando d’ispettorati tecnici che, per esempio, dovrebbero appunto verificare non solo che ci siano le condizioni per evitare incidenti, ma anche per non ammalarsi. Tutelare il lavoro comincia dalla prevenzione, dovremmo tutti essere consapevoli di questo. Con 4.005 uomini e donne in servizio all’Inl, tecnici, amministrativi, ispettori e ispettori, tecnici per salute e sicurezza, non si riesce a fare prevenzione: né quella per evitare incidenti e malattie, né quella per evitare caporalato e lavoro illegale. Se mediamente una azienda sa che verrà ispezionata una volta ogni 15 anni, è evidente che il messaggio che passa è che qualunque cosa è lecita perché tanto nessuno controlla.

Cosa pensi si debba fare?
Permettere all’Ispettorato di svolgere fino in fondo il proprio compito e garantire condizioni di lavoro dignitose agli ispettori, alle ispettrici, al personale amministrativo.

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