Istat: ancora 5,6 milioni persone in “povertà assoluta”. Colpisce 1 milione 382mila bambini (14,2%, 9.4% nel 2021) Cgil, dati drammatici

La causa di questa sostanziale stabilità, spiega l’Istat, è imputabile a diversi fattori, in particolare, ad un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021), in assenza della quale la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%. I maggiori consumi, dunque, non compensano l’inflazione. Per quanto riguarda l’infanzia, nel 2021, la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 382mila bambini (14,2%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dall’11,4% del Centro al 16,1% del Mezzogiorno. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 762mila, con un’incidenza del 12,1% (stabile rispetto al 2020), indica inoltre il report dell’Istat. (ANSA).
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Povertà: Cgil, dati drammatici, incentivare lavoro di qualità e rafforzare Rdc
“Drammatici i dati diffusi quest’oggi dall’Istat: povertà e disagio sono sempre più diffusi. Preoccupa la crescita della povertà relativa che conferma come troppo spesso avere un lavoro non è sufficiente per garantire una vita dignitosa. Basti pensare che in Italia un lavoratore su tre ha una retribuzione lorda annua inferiore a 10mila euro”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica.
“È urgente – sottolinea la dirigente sindacale – affrontare il tema della qualità del lavoro e della crescita dei salari, oltre a rafforzare gli strumenti di contrasto alla povertà a partire dal Reddito di Cittadinanza, come indicato dall’Alleanza contro la povertà di cui la Cgil fa parte, e la rete di servizi pubblici territoriali per rispondere ai bisogni delle persone”. Infine per Barbaresi “è preoccupante la crescita della povertà tra minori, migranti, anziani soli e nelle realtà del Mezzogiorno, una crescita che certifica – conclude – un aumento del disagio e delle diseguaglianze sociali e territoriali”.
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