Lavoro, De Palma (Fiom Cgil), la ripresa può partire solo con i salari

“In Italia c`è un clamoroso vuoto di politica industriale, il ministro Giorgetti è invisibile. Intervenga Draghi o sarà mobilitazione. Vittime della guerra sono sempre i più deboli. Il conto non lo pagano i generali, gli oligarchi o i politici, ma i civili innocenti e, di riflesso, i lavoratori che vedono i salari bruciati dall’inflazione mentre tante aziende continuano a fare profitti”. Lo ha detto oggi in un’intervista a la Repubblica, il segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma.
“La Fiom è impegnata – continua De Palma – in una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e in diverse città, fino alla manifestazione nazionale della Cgil del 18 giugno a Roma. Tra gli operai la contrarietà alla escalation della guerra è netta, l’Europa deve ritagliarsi un ruolo terzo, autonomo, per far tacere le armi. E di fronte a questa emergenza globale, in Italia c’è un clamoroso vuoto di politica industriale, il ministro dello Sviluppo Economico è invisibile. Allora chiediamo al premier Draghi di intervenire direttamente, di dare risposte, altrimenti proporremo agli altri sindacati di mobilitarci insieme ai lavoratori. Basta semplificazioni. C’è stata l’aggressione ad un Paese democratico, punto e basta. Vorrei ricordare che quando ci fu l’invasione dell’Ungheria il leader della Cgil era Giuseppe Di Vittorio e si schierò contro Mosca. Ma le guerre si fermano togliendo le armi”.
“Appena nominato – spiega De Palma – ho scritto a tutti i ministri che si occupano di economia e di lavoro per chiedere un confronto su una giusta transizione ecologica dell’industria e sulle emergenze dell’industria metalmeccanica, dalla siderurgia all’automotive, e solo lui non ha risposto. Ormai non sappiamo se c’è ancora un ministro dello Sviluppo Economicoà Si prospettano mesi difficilissimi per le fabbriche e i lavoratori, i costi delle materie prime e dell’energia stanno mettendo in ginocchio intere filiere, la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori a causa dell’inflazione abbatte la domanda interna. Ma intanto nel governo ci si occupa delle nomine dei gruppi pubblici”.
E sulla questione dei salari De Palma afferma: “Gli imprenditori non capiscono che la tutela dell’industria parte proprio dal sostegno ai lavoratori. Dove c`è contrattazione c`è crescita, innovazione. L’inflazione cresce per i prezzi non per i salari, si rischia il collasso della domanda interna. Per dire, come si fa a vendere automobili che la classe media non si può permettere? Ricordiamoci che non tutte le aziende sono in crisi, come dimostrano i grandi profitti di multinazionali che intanto fanno cassa integrazione”.

E.G. da ildiariodelavoro.it
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Automotive. Fiom: occorre avviare il percorso per una grande assemblea europea dei delegati e difendere il diritto alla mobilità ecologica per tutti
“Si è svolto oggi a Wolfsburg, città tedesca nota per essere la sede di Volkswagen, il confronto su “L’industria automobilistica tedesca e italiana davanti alle sfide dei processi di trasformazione”. Al confronto ha partecipato Daniela Cavallo, presidente del Consiglio di fabbrica del Gruppo Volkswagen che ha dato un contributo importante sul futuro del settore.
La costruzione di un rapporto costante tra i sindacati, ed in particolare tra la Fiom-Cgil di Bologna e dell’Emilia Romagna con la IG Metall di Wolfsburg, è molto importante ed è l’unico antidoto alla messa in competizione dei territori e delle lavoratrici e dei lavoratori. La discussione di oggi avviene a poche centinaia di metri dal luogo in cui si svolgerà domani la riunione di Ministri del Lavoro del G7.
La fotografia dell’industria italiana nel settore dell’automotive è drammatica: il nostro Paese produceva 1 milione e 800 mila vetture alla fine degli anni 90, mentre nel 2021 abbiamo prodotto circa 400 mila veicoli. Il fatturato dell’automotive è comunque importante nel nostro sistema industriale dal momento che, se consideriamo anche la componentistica, si tratta di 93 miliardi di euro di fatturato, pari 5,6% di Pil, con un’occupazione pari a circa 250mila lavoratori diretti.
La grande capacità industriale dal punto di vista della componentistica sta compensando la crisi dei volumi produttivi dei veicoli Stellantis: il dato è che per ogni auto immatricolata lo 0,28 coincide con quanto prodotto in Italia, mentre in Germania il rapporto è 1,29.
Il nostro Paese paga il prezzo dell’incapacità di utilizzare la capacità istallata dei nostri stabilimenti. Sono 12 anni che i lavoratori pagano con gli ammortizzatori sociali l’inconsistenza degli investimenti per la transizione industriale ed ecologica. In Italia c’è però un’eccezione che è rappresentata dalla Motor Valley, situata nel cuore dell’Emilia Romagna.
Oggi assistiamo poi al paradosso che un operaio non è in grado di acquistare l’auto elettrica che produce per effetto dei bassi salari e, in prospettiva, una parte della popolazione non potrà più accedere alla mobilità individuale.
Mentre Volkswagen, insieme all’IG Metall, lavora attraverso la contrattazione per garantire un equilibrio tra innovazione, transizione e occupazione, in Italia in questo momento non c’è questo equilibrio, a tutto discapito dell’occupazione”.
FIOM CGIL NAZIONALE
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L’intervento di De Palma
“Con la guerra nel cuore dell’Europa si sta determinando un problema di competizione tra i Paesi sull’approvvigionamento delle fonti energetiche e dei componenti. Dobbiamo far tacere le armi. Serve autonomia e indipendenza industriale a livello europeo, e occorre favorire la solidarietà e la cooperazione tra i sindacati europei.
Gli effetti della guerra li stanno pagando le lavoratrici e i lavoratori. I sindacati hanno una responsabilità straordinaria. Dobbiamo lavorare ad un piano europeo straordinario per l’industria della mobilità. Un piano per la transizione industriale e l’innovazione che salvaguardi l’occupazione e garantisca a tutti l’accesso alla mobilità sostenibile. Abbiamo bisogno di costruire consorzi europei per la cooperazione nel settore dell’automotive per incentivare la condivisione al posto della competizione. Dobbiamo avviare il percorso per la costruzione di una grande assemblea europea delle delegate e dei delegati dell’industria della mobilità”.

Lo ha dichiarato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil intervenendo oggi presso la sede dell’IG Metall di Wolfsburg al confronto su “L’industria automobilistica tedesca e italiana davanti alle sfide dei processi di trasformazione”.

 

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