Istat: Nota economica mensile Aprile 2022, L’incertezza sull’evoluzione dell’economia italiana rimane elevata.

Prosegue la fase di rallentamento dell’economia internazionale caratterizzata dalle forti pressioni inflazionistiche e dal cambio di intonazione delle politiche economiche.
Nel primo trimestre, il Pil italiano ha segnato una marginale contrazione legata dal lato dell’offerta a una flessione dell’attività dei servizi e dal lato della domanda a un apporto negativo della componente estera. La crescita acquisita per l’anno corrente è del 2,2%.
A marzo, si è registrata una stabilizzazione della produzione industriale che ha segnato nel primo trimestre un calo congiunturale dello 0,9%.
Il mercato del lavoro a marzo ha mostrato un miglioramento, con un incremento dell’occupazione (in stragrande maggioranza a termine) e una riduzione della disoccupazione e dell’inattività.
Ad aprile, l’inflazione ha segnato una prima decelerazione, interrompendo la fase di progressivi aumenti in corso da nove mesi. Il differenziale inflazionistico con l’area euro si è ampliato a favore dell’Italia.
L’incertezza sull’evoluzione dell’economia italiana rimane elevata. Ad aprile la fiducia di famiglie e imprese ha mostrato una stabilizzazione in presenza di differenze significative nelle aspettative. Tra i consumatori sono migliorati i giudizi sul clima futuro mentre tra le imprese manifatturiere e dei servizi di mercato si è manifestato un deciso peggioramento delle attese sull’economia.
Area Euro
Nell’area dell’euro, nei primi tre mesi dell’anno, il Pil è aumento dello 0,2% in termini congiunturali, in marginale decelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,3%). Nel dettaglio nazionale, in Germania e Spagna il Pil è cresciuto rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3%, in Francia si è mantenuto sui livelli del trimestre precedente, mentre in Italia è diminuito dello 0,2%. Le stime del FMI della variazione del Pil di quest’anno nell’area euro sono state riviste consistentemente al ribasso, attestandosi a +2,8% (-1,1 punti percentuali rispetto alla precedente previsione), riflettendo gli impatti dell’invasione della Russia. L’inflazione euro ha continuato ad accelerare: ad aprile gli aumenti tendenziali dell’indice headline (7,5%) e di quello core (+3,9%) hanno raggiunto nuovi massimi. L’evoluzione dei prezzi energetici (+38,0%) ha spiegato direttamente la metà dell’inflazione tendenziale osservata, ma i rialzi sono stati diffusi a quasi tutte le componenti. A marzo, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8% e le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,4% in volume.
Le prospettive per l’area sono peggiorate ulteriormente. L’indice composito ESI della Commissione europea, tuttavia, pur registrando una decisa flessione, ad aprile è rimasto, sopra la media di lungo periodo. I cali più ampi si sono avuti per il commercio al dettaglio, l’industria, le costruzioni e i consumatori, mentre l’indicatore dei servizi è rimasto invariato.
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