Giustizia: Md ‘decisione sciopero presa in clima talk show’ Musolino ‘ora serve mobilitazione poi valuteremo responsabilità’

“L’imminente campagna elettorale per il Csm ha vistosamente influenzato la gestione dell’assemblea straordinaria dell’Anm che ha proclamato lo sciopero. Gli interventi che si sono succeduti sono stati animati dalla volontà di infiammare la platea dei magistrati, ripetendo le nostre buone ragioni alla presenza di un’ampia rappresentanza parlamentare e dei giornalisti. Ci si è mossi in una logica da talk show, alla ricerca di facile consenso e di applausi, simulando un dibattito con gli interlocutori parlamentari che è stato solo un’occasione perché ciascuno ribadisse le proprie posizioni, senza nessuna autentica capacità di comprensione e confronto che, invero, nessuno poteva seriamente pensare avvenisse in quel contesto”. Lo sostiene il segretario di Magistratura Democratica Stefano Musolino intervenendo sul sito online della sua corrente, dopo che sabato scorso l’Associazione nazionale magistrari con una mozione collegiale e unitaria ha votato a grandissima maggioranza per una giornata di sciopero contro la riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario. “Questo andamento ha impedito di svolgere un autentico ragionamento collettivo sull’opportunità di proclamare subito uno sciopero, non consentendo all’assemblea di valutare ed avviare un serio confronto sia sugli effetti dello sciopero sull’opinione pubblica, sia sulla sussistenza di un adeguato consenso interno all’iniziativa”, rileva Musolino. “E se, sotto il primo versante, la repentina evoluzione delle dinamiche impediva di immaginare qualunque seria iniziativa capace di sottrarci, in tempi brevi, all’isolamento in cui ci siamo cacciati, sotto il secondo versante – prosegue il segretario di Md – era e resta indispensabile capire quale sia l’autentico, diffuso sentire dell’intera magistratura rispetto allo sciopero”. “Un fallimento sotto questo versante, infatti, non solo determinerebbe un grave vulnus alla credibilità istituzionale dell’Anm, ma potrebbe anche indurre una parte della rappresentanza parlamentare – ragiona Musolino – ad accentuare ulteriormente gli aspetti punitivi e di rivalsa della riforma, peggiorandone il testo, una volta preso atto dell’inconsistenza persino interna dell’interlocutore”. “Se è questo il perimetro entro il quale ci troviamo costretti a operare, nonostante i nostri tentativi di ampliare la valutazione assembleare a quei profili, crediamo che Magistratura democratica debba mettere in campo tutte le energie disponibili, – dice Musolino – per evitare che la mancata partecipazione allo sciopero delegittimi definitivamente l’Anm. “Siamo sicuri che la mobilitazione di ogni singolo iscritto al gruppo potrà assicurare un contributo determinante per far sì che la parte indecisa della magistratura sappia riconoscere i gravi pericoli che l’esercizio indipendente della giurisdizione sta correndo e correrà in caso di approvazione della riforma, e sappia nello stesso tempo, secondo il criterio che anche nel recente passato ha orientato la nostra azione dentro l’associazione, riconoscere il valore di una Anm comunque unita e coesa, a dispetto di coloro che hanno utilizzato l’unità solo quale arma per conquistare e mantenere posizioni di potere. Nella migliore tradizione del gruppo, – sottolinea Musolino – tutti sapranno accantonare l’interesse immediato e personale, coltivando quello lungimirante e collettivo, a vantaggio di tutti i magistrati, avendo come bussola il bene comune, piuttosto che miseri interessi di bottega”. “Il treno è già in corsa e la posta in gioco è troppo alta per potere immaginare prospettive differenti da questa. Solo una volta definita questa vicenda sarà il tempo di valutare le responsabilità politiche per i modi ed i tempi con cui è stata gestita”, conclude il leader di Md. — (ANSA).

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