Precariato senza precedenti: Landini, ‘aumento salari e qualità investimenti industriali’.

La lotta alla precarietà e la qualità degli investimenti sono le questioni su come far aumentare i salari nel nostro Paese. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, nel corso di un suo intervento all’agorà ‘Retribuzioni giuste. La dignità del lavoro e del salario tra crisi e transizioni’.
“Una delle ragioni dei bassi salari – ha detto il leader della Cgil- è legata a un livello di precarietà del lavoro che non ha precedenti. Questo elemento ha determinato una concorrenza a ribasso anche tra le imprese”.
“In molti casi – ha ricordato – emerge che il lavoro precario non ha solamente un salario orario più basso, ma non ha anche una serie di diritti e tutele che accanto alla questione del salario cambiano sostanzialmente la vita delle persone». Per questo, ha aggiunto Landini, la questione «è come modifichiamo una legislazione sbagliata” che ha creato “tipologie di contratti che in alcuni casi ritengo non giustificabili”.
Inoltre “esiste anche questione fiscale. Il carico sul lavoro dipendente” come in Italia “non c’è da nessun altra parte, tassiamo più il lavoro che la rendita finanziaria. C’è bisogno di un intervento che affronti la situazione di emergenza che stiamo vivendo, ma anche agire su una riforma fiscale vera che affronti questa situazione”.
Secondo Landini, inoltre, “la ripresa occupazionale oggettivamente c’è stata nel 2021, ma con che genere di contratti? Sono contratti a termine, interinali, intermittenti, a chiamata. La questione è la qualità del lavoro”.
L’altro tema, ha detto poi il leader della Cgil, è quello del nodo storico che riguarda il fatto che il valore aggiunto, l’innovazione e il contenuto dei nostri prodotti è basso rispetto ad altri Paesi europei e quindi “bisogna ragionare anche sulle politiche industriali” perché “il problema è che tipo di investimenti e quale qualità si realizza”.
Pertanto, ha proseguito Landini, “nella discussione sul salario minimo abbiamo bisogno di un provvedimento legislativo che sostenga la contrattazione collettiva. Il nostro problema – ha aggiunto – è dare validità generale ai contratti collettivi nazionali e l’obiettivo deve essere quello che tutte le persone che lavorano, a prescindere dal tipo di rapporto, devono avere le stesse tutele e gli stessi diritti e il contratto collettivo nazionale può essere lo strumento che allarga il suo campo e garantisce questi diritti”.
Sui rinnovi contrattuali: “Se accettiamo di rinnovare senza considerare l’inflazione reale” i sindacati “diventano chi programma il calo del potere d’acquisto dei salari e noi non possiamo farlo”.  da laleggepertutti.it
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