Def: Cgil, non coerente con ciò che il Paese è chiamato ad affrontare

“Il Def delinea un quadro di misure non sufficiente rispetto alla situazione economica che si è venuta a creare con il doppio impatto pandemia e guerra, e rischia di scaricarsi sui lavoratori, sui pensionati e sulle fasce più deboli della popolazione. Le misure non sembrano coerenti con ciò che il Paese è chiamato ad affrontare”. Così la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, oggi in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato in merito all’esame del Documento di economia e finanza 2022.
Il Def secondo la dirigente sindacale si inserisce in un contesto macroeconomico “preoccupante” caratterizzato “dal rallentamento della crescita, da livelli record di precarietà” e, aggiunge, “dalla variazione delle retribuzione lorde dove rispetto all’incidenza dell’inflazione si prevede scientemente una perdita del potere di acquisto per i quattro anni considerati. Riteniamo che l’indice IPCA, così come oggi viene determinato, non sia indicativo per costruire una stagione contrattuale che restituisca alle persone il costo della vita. Da questo punto di vista occorre un intervento fiscale per sostenere i contratti nazionali oltre ad una legge sulla rappresentanza”.
Sul versante finanza pubblica Fracassi sottolinea: “c’è uno scarto tra l’indebitamento netto del 2021 e quello effettivamente contabilizzato, che lascia un nuovo margine di manovra, vorremmo capire come verranno spese queste risorse”. Risorse che per la vicesegretaria generale della Cgil “non sono comunque sufficienti per rispondere all’emergenza sociale che rischia di penalizzare le classi più vulnerabili. Per questo riteniamo sia necessario un ulteriore scostamento di bilancio”.
“Inoltre, nel Def si anticipa una stretta sulla spesa pubblica che pone alcune questioni: dal rinnovo dei contratti pubblici, che non può compiersi attraverso la revisione della spesa, alla realizzazione degli investimenti previsti dal Pnrr, alla attuazione di alcune riforme sulle quali il Governo ha preso degli impegni, come pensioni, finanziamento della legge sulla non autosufficienza, livelli essenziali delle prestazioni. Senza un aumento della spesa pubblica quegli impegni saranno lettera morta”. Altra riforma ritenuta “indispensabile” è quella fiscale “ma – avvisa Fracassi – non ci sembra si vada verso un maggior intervento progressivo per lavoratori e pensionati”.
Inoltre, prosegue Fracassi “manca un quadro governato delle politiche industriali ed energetiche per affrontare la fase di emergenza e la transizione: per questo abbiamo proposto sia una Agenzia per lo sviluppo che una Cabina di regia tra Governo, imprese, sindacati sui temi energetici e sulla transizione. È ovvio che ci sono anche decisioni europee che vanno assunte, a partire da uno strumento finanziato da condivisione del debito finalizzato all’emergenza che stiamo attraversando, così come è stato, almeno parzialmente, per in Next Generation”.
“Riteniamo che oltre agli interventi in deficit questo sia il momento della solidarietà. Pensiamo occorra intervenire attraverso un allargamento della tassazione sugli extra profitti, ovviamente c’è necessità di rivedere le regole del mercato energetico e introdurre maggior selettività e condizionalità nell’attribuzione delle risorse a partire dalla tenuta occupazionale. L’altro terreno è quello di un contributo di solidarietà per le grandi ricchezze e i grandi patrimoni almeno sopra il milione di euro, credo – conclude Fracassi – che da questo punto di vista sarebbe un segnale”.
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