Lavoro: Cgil Toscana, ricreare filiera legno, 3mila occupati ‘In 10 anni settore ha perso 28% lavoratori e 40% imprese’

Creazione stimata di 3mila posti di lavoro diretti, rivitalizzazione di aree interne, sviluppo sostenibilità ambientale e transizione ecologica anche tramite i fondi Pnrr, valorizzazione e tutela dei boschi: sono i principali obiettivi della proposta lanciata da Giulia Bartoli, segretaria generale di Fillea Cgil Toscana, alla Regione e alle associazioni datoriali, affinché in Toscana si ricrei una filiera del legno, oggi importato all’80% dall’estero. La proposta, spiega il sindacato in una nota, anticipa e introduce il convegno ‘Ricostruiamo la filiera del legno’, organizzato per il 22 marzo nella ex segheria in via S.Benedetto a Vallombrosa, nel comune di Reggello (Firenze). In Toscana, spiega ancora la nota, ci sono circa 12.921 lavoratori impiegati nel settore del legno per 1.796 imprese (dato 2020), nel 2011 erano circa 17.900 per 2.979 imprese: in 10 anni il settore ha perso il 28% dei lavoratori e il 40% delle imprese (dati Inps). “Stiamo pagando – spiega Bartoli – anche scelte imprenditoriali del passato che hanno visto molti italiani chiudere la propria segheria nel nostro paese e aprirne di nuove nell’est Europa e vedervi un nuovo business con costi notevolmente inferiori, in particolare del lavoro, o altri che hanno deciso di delocalizzare anche la trasformazione. In parte possiamo dire di aver svuotato una filiera del suo anello primario, di aver disperso un patrimonio di competenze e valore”. I dati nazionali di Federlegno, dice ancora il sindacato, evidenziano un comparto che registra nel 2021 un fatturato di 49 miliardi contro i 39 del 2020, una filiera che cresce del 14,1% rispetto al 2019. Le previsioni del Csil (centro studi industria leggera) indicano in un raddoppio la domanda mondiale di legno e in un +46% la domanda europea da qui ai prossimi 10 anni. (ANSA).

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