Vertenza Piombino: Fiom Cgil, lo Stato italiano ha il dovere di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento.

Braccini, L’acciaio, come il rame, è un prodotto fondamentale, anche per l’economia circolare, ed in futuro si dovranno contemperare sostenibilità ambientali e garanzie occupazionali. I sindacati e i lavoratori da anni si battono strenuamente per la ripresa produttiva e per tornare a colare acciaio, a questo obiettivo non abbiamo mai rinunciato e mai rinunceremo.

In Italia manca un piano nazionale per la siderurgia. Non si chiede di nazionalizzare le imprese, ma c’è da capire una volta per tutte se lo Stato ha un’idea riguardo il futuro del settore e quale tipo di intervento intende portare avanti per rilanciare l’industria siderurgica.
Sullo stabilimento di Piombino non si può restare fermi a fronte di una situazione grave che va avanti da anni.
Vi è l’urgente necessità di capire l’esito della trattativa tra Invitalia e Jindal, che appare molto nebulosa.
Bisogna che sia fatto il punto sul piano industriale, comprendere gli investimenti ed il progetto di rilancio, in modo che Piombino sia il protagonista di un nuovo corso industriale.
L’investitore indiano doveva valorizzare questa grande storia produttiva e rendere l’acciaieria di Piombino un player fondamentale nel mercato internazionale, ma ad oggi, gli impegni sono stati completamente disattesi.
Mancano all’appello milioni di Euro di investimenti da parte del gruppo Jsw, questo è il punto dirimente, e non siamo di fronte ad una compagine industriale in difficoltà economiche.
Questo settore continua ad avere un peso fondamentale nell’economia nazionale, ed anche se nel mondo vi sono sovra-capacità produttive e guerre commerciali, l’Italia ha tra i grandi gruppi industriali anche lo stabilimento siderurgico di Piombino, che deve rientrare a pieno titolo nel piano nazionale dell’acciaio.
L’acciaio, come il rame, è un prodotto fondamentale, anche per l’economia circolare, ed in futuro si dovranno contemperare sostenibilità ambientali e garanzie occupazionali.
Non ci stiamo a rincorrere le voci che si susseguono, ci deve essere il massimo rispetto per i lavoratori e per tutto il territorio.
Le Istituzioni, a tutti i livelli, oltre a favorire in tempi celeri l’incontro al Mise, devono, a cominciare dalla Regione Toscana, riordinare i fili della vertenza affinché su Piombino vi sia un tavolo permanente aperto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, fino alla risoluzione positiva della vertenza.
I sindacati e i lavoratori da anni si battono strenuamente per la ripresa produttiva e per tornare a colare acciaio, a questo obiettivo non abbiamo mai rinunciato e mai rinunceremo.
La vertenza Piombino è pienamente viva e valuteremo tutte le azioni sindacali necessarie volte alla ripresa produttiva e occupazionale”.

Lo dichiara Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana

 

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