Ucraina: riunione domani a Firenze per accoglienza profughi. Mobilitazione Ucraini che vivono in Toscana

Approntare le misure di prima accoglienza sul territorio fiorentino dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra che giungeranno in Italia. E’ l’obiettivo di una riunione convocata per domani pomeriggio dal prefetto di Firenze Valerio Valenti con la questura, il Comune, la Curia, l’Asl Toscana centro e la console dell’Ucraina. (ANSA).
===========
Ucraina: colonna dalla Toscana porta cibo e aiuti in patria Ucraini mobilitati Pisa e Firenze, medicine e alimenti infanzia
Mobilitazione degli ucraini che vivono in Toscana che già oggi pomeriggio faranno partire da Firenze una spedizione di generi alimentari e beni di prima necessità da mandare in patria, in Ucraina. Come in una corsa contro il tempo decine di loro hanno raggiunto un supermercato di Pisa per acquistare generi alimentari e di prima necessità. Gli aiuti sono trasferiti a Firenze “da dove oggi pomeriggio parte una nostra carovana di mezzi che raggiungerà l’Ucraina”, spiega Igor Chernai coordinatore di questa catena di solidarietà improvvisata. “Abbiamo acquistato alimenti per l’infanzia – spiega Chernai – ma anche medicinali, disinfettanti, coperte e ogni altro bene di prima necessità per sostenere chi si sta rifugiando nei sotterranei dai bombardamenti per resistere all’aggressione russa”. L’obiettivo è inviare la merce al più presto in madrepatria. “Non c’è tempo da perdere – conclude Chernai – e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. I nostri connazionali hanno bisogno di noi e, anche se a distanza, vogliamo sostenere la resistenza del nostro popolo contro Putin”. (ANSA).

Ucraina: immigrati Toscana, russi curati in nostri ospedali Madre a Pisa, ‘Mia figlia mi ha detto che va a combattere’
Testimonianze di amici e parenti degli ucraini che vivono in Toscana sono rimbalzate a una manifestazione a Pisa per chiedere il sostegno del Governo italiano. Tra loro Nataliya Boyko, 25 anni, vive a Pisa e studia architettura a Firenze: fa vedere una foto postata su Instagram da un’amica che raffigura l’esplosione in un palazzo che ospita abitazioni civili. “La didascalia che ha scelto la mia amica – racconta – è semplice e terrificante: questa è la vista dalla finestra di casa mia”. “Il paradosso – aggiunge Oleksandr Medvid, 29 anni, residente da 10 anni a Pisa – è che nei nostri ospedali curiamo anche i soldati russi feriti in combattimento, noi siamo un popolo pacifico e solidale, Putin bombarda proprio gli ospedali e gli obiettivi civili”. “Il nemico – conclude Medvid – non è il popolo russo, ma il tiranno che lo governa”. “Mia figlia mi ha chiamato la scorsa notte per dirmi che ha aderito alla resistenza e andrà a combattere. Spero che non sia un addio”, racconta in lacrime Inna Bovt, originaria di Kharkiv, dopo l’ultima telefonata ricevuta poche ore prima dalla figlia 24enne che “lavora in una raffineria e negli ultimi giorni ha lavorato sotto i bombardamenti”. La donna aggiunge un altro dettaglio drammatico: “Mia nipote è una bambina diabetica, ma da giorni è costretta a vivere con suo padre, mio fratello, e il resto della famiglia in un rifugio sotterraneo senza le medicine. Non so quanto potrà resistere. L’Italia e la Nato ci aiutino ora”. Katia è originaria di Sumy al confine con la Russia, non si dà pace e piange: “I russi hanno invaso e bombardato due case, distruggendole. Lì vivono ancora mio padre, mia nonna e i miei cugini. Io vivo e lavoro in Italia da 10 anni. Mia madre invece vive e lavora in Russia, a Ivanovon, da molti anni e così quando tornerà a casa sarà pure vista come traditrice. E’ questo il paradosso della guerra: ci mette gli uni contro gli altri e chissà se potrà mai rientrare nella sua casa”. Anche sua sorella vive in Russia: “Il marito di una sua collega 25enne è stato inviato a combattere in Ucraina. Dovrà sparare e uccidere quelli che fino a ieri erano suoi amici. E’ assurdo”.
============

Pulsante per tornare all'inizio