Giorno della Memoria: il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Matarella

Nel Giorno della Memoria, che ricorda le vittime dei campi di sterminio nazisti e il folle e criminale progetto di genocidio degli ebrei d’Europa, voglio far giungere a tutti i partecipanti alla cerimonia ufficiale – che si svolge quest’anno al Ministero dell’Istruzione – agli studenti, ai telespettatori la mia vicinanza e il mio sostegno.
Quando le truppe russe entrarono nel campo di Auschwitz – la più imponente e sciagurata macchina di morte mai costruita nella storia dell’umanità – si spalancarono di fronte ai loro occhi le porte dell’Inferno.
Nel cuore dell’Europa si era aperta una voragine che aveva inghiottito secoli di civiltà, di diritti, di conquiste, di cultura. Una delirante ideologia basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà, convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione.
La storia aveva subito, in meno di un ventennio, un tragico stravolgimento, tornando a concezioni e pratiche barbare e crudeli, che si pensava fossero retaggio di un passato ormai remoto. Guerra, stermini, eccidi ne furono le tragiche ma inesorabili conseguenze.
La giornata della Memoria, che si celebra oggi in tutto il mondo, non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiane. Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza. A partire dai banchi di scuola. Perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale. E, come recenti episodi di cronaca attestano, mai deve essere abbassata la guardia
Auschwitz, con i suoi lugubri reticolati, le ciminiere e le camere a gas, è diventato il simbolo dell’orrore nazista, del male assoluto. Ma è, e deve essere, la testimonianza costante di quali misfatti sia capace l’uomo quando si abbandona, tradendo la sua stessa umanità, a sentimenti, parole e ideologie di odio e di morte».
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Giorno memoria: Migrantes, ricordare anche lo sterminio dei rom
Il 15 settembre 1935 venivano promulgate le leggi razziali di Norimberga: “iniziava così un percorso di segregazione, deportazione e sterminio di due popoli in Europa, ebrei e zingari, che si concluderà dieci anni dopo, nel 1945”, ricorda mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente Cemi e Fondazione Migrantes. “Se a tutti è noto il dramma della Shoah (con almeno sei milioni di ebrei morti) – prosegue -, meno conosciuto è quello del popolo dei rom e sinti, che ha avuto oltre 500mila vittime”. “Questo genocidio è stato denominato Porrajmos, ovvero ‘divoramento’ – ricorda ancora mons. Perego -, termine con il quale si è voluto sottolineare la scomparsa silenziosa di migliaia di bambini, donne e uomini rom e sinti. Nel Giorno della Memoria, in cui ricordiamo tutte le vittime del nazismo e dei fascismi, la Fondazione Migrantes invita a non dimenticare lo sterminio delle persone e famiglie rom”. Secondo il presidente di Migrantes, “gli studi storici ogni anno aggiungono numeri, volti e storie di violenze e morti nei diversi Paesi europei, soprattutto nei campi di concentramento di Kulmhof, Bialystok e Auschwitz, ma anche in Italia, e più precisamente a Perdasdefogu (Nuoro), ad Agnone (Campobasso), a Tossicia, ai piedi del Gran Sasso, a Ferramonti (Cosenza), a Poggio Mirteto (Rieti), nel manicomio dell’Aquila, a Gries (Bolzano)”. Oggi, aggiunge, “vogliamo fare memoria di quell’irrazionalità diventata crimine di massa ma anche del fatto che molti rom, una volta liberati, diedero un contributo significativo alla nascita della democrazia nel nostro Paese”. “Fare memoria – come hanno sottolineato nella loro dichiarazione il Cardinale Presidente e il Segretario Generale della Cei – aiuta infatti a superare paure e pregiudizi che si registrano ancora oggi nei confronti degli ebrei, dei rom e di altre persone e popoli con un’esperienza culturale e religiosa diverse, e che possono rischiare di alimentare nuove forme di violenze e di razzismo e non di preparare la costruzione di un mondo fraterno”, conclude mons. Perego. (ANSA).
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Aggressione antisemita: luci accese alle finestre a Suvereto
Iniziativa promossa in concomitanza della fiaccolata a Venturina
In concomitanza con la fiaccolata promossa per stasera a Venturina Terme, nel comune di Campiglia Marittima (Livorno), in seguito all’aggressione antisemita a un dodicenne, denunciata dal padre del ragazzino, l’associazione Unione Suvereto propone di accendere ‘Una luce alla memoria’ dalle finestre e dai balconi delle abitazioni alle ore 21, in concomitanza con la partenza del corteo, come forma alternativa di partecipazione a chi non potrà essere presente e in segno di solidarietà. “Oggi più che mai – si legge in una nota dell’associazione in cui si annuncia la partecipazione alla fiaccolata – è importante unirci come comunità e in occasione della Giornata della Memoria è doveroso ricordare e trasmettere alle nuove generazioni la memoria di quei terribili fatti affinchè i nostri ragazzi possano crescere in una società civile fondata sul rispetto della dignità di tutti gli uomini”. (ANSA).

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