Lavoro: Toscana, crollo -6,8% liberi professionisti attivi Tra il 2019 e il 2020. Covid brucia crescita di un decennio

La Toscana paga il conto della pandemia anche per quello che riguarda i liberi professionisti. E’ quanto emerge dai dati del Rapporto 2021 sull’occupazione presentato da Confprofessioni. Il tasso di occupazione nel decennio 2009-2019 è cresciuto in Toscana del 2,2% ma dal 2019 al 2020 si è registrato un calo dello 0,8%. Un anno negativo dunque, ma in cui la Toscana ha retto meglio di altre regioni, come ad esempio la Lombardia che ha perso l’1,5% o l’Emilia Romagna con l’1,6% e ancora il Piemonte con l’1,4%. Al 2020 l’Italia presenta una quota di occupati pari al 58,1%, mentre la Toscana arriva al 66,1%. Peggio le cose vanno per la Toscana se si prende invece in esame il numero dei liberi professionisti attivi, cresciuto del 12,1% nel decennio 2009-2019, ma crollato del 6,8% in un solo anno, tra il 2019 e il 2020. Professionisti attivi passati in soli 12 mesi da 110.157 a 102.619 unità. Di questi 31.039 ha più di 55 anni. Forti difficoltà si sono poi registrate per quello che concerne i professionisti sotto i 34 anni di età nel corso di tutto l’ultimo decennio. Se infatti nel 2009 in Toscana se ne contavano 19.545, nel 2019 siamo scesi a 17.842 (-8,7%) e nel 2020 addirittura a 17.340 (ancora un -2,8%). Situazione particolare visto che ad esempio nel Lazio tra 2009 e 2019 si è avuta una crescita del numero dei giovani professionisti del 21,2% e nelle Marche addirittura del 26,1%. Dato particolare quello relativo all’occupazione femminile. A livello di Centro Italia si riscontra tra il 2011 e il 2019 una crescita del 50,9%, contro il 5,6 dei colleghi uomini, mentre la crisi Covid ha colpito più duro proprio le donne, che segnano un calo nell’occupazione del 6,1% contro un +1,8% degli uomini. “I dati – sottolinea il presidente di Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani -dimostrano come la pandemia si sia tradotta in Toscana in una contrazione significativa del numero dei liberi professionisti, con riverberi particolarmente negativi per quanto riguarda i giovani, che rappresentano la frazione più fragile, oppure l’occupazione al femminile. Difficoltà per altro non iniziate con il Covid, ma che il Covid ha certo accentuato in maniera forte”. (ANSA).

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