Manovra. Re David (Fiom), il provvedimento del Governo asseconda le delocalizzazioni

Se il testo dell’emendamento del Governo alla manovra è quello che si apprende in queste ore rischia di essere un provvedimento che dà il via libera alle imprese che hanno deciso di delocalizzare. E’ infatti una mera proceduralizzazione che, tra l’altro, mette in discussione il diritto per i lavoratori di difendersi attraverso le normative contrattuali e il ricorso alla magistratura.
Chiunque sta ai tavoli di crisi sa bene che non bastano certo 3 mesi per discutere sul mantenimento delle attività produttive in Italia e non bastano 12 mesi (che tra l’altro corrispondono all’attuale cassa integrazione per cessazione) per concludere una reindustrializzazione.
Non c’è nessun ruolo attivo del Governo per il mantenimento del tessuto industriale del Paese, nella totale assenza di politiche di settore e non c’è nessun vincolo alla responsabilità sociale dell’impresa sancita dalla nostra Costituzione.
Anche sulle delocalizzazioni il metodo del Governo è sempre lo stesso: i sindacati e i lavoratori, che stanno affrontando quotidianamente queste crisi, conoscono il provvedimento a cose fatte. E’ opportuno che il Governo si fermi e convochi le organizzazioni sindacali”.

Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil
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Delocalizzazioni: Miceli, Cgil “Il dispositivo di legge intervenga sulle crisi in corso. Ce n’è bisogno. Scelta sbagliata non incontrare il Sindacato”

E’ fondamentale che il dispositivo di legge sulle delocalizzazioni intervenga sulle crisi in corso. Altrimenti non avrebbe quei requisiti di vera urgenza di cui invece c’è assoluto bisogno”.
In una delle Agorà organizzate dal Partito democratico quest’oggi,
Emilio Miceli, Segretario confederale della Cgil, all’indomani dello sciopero generale, esplicita con nettezza la posizione della Confederazione di corso d’Italia.
“Il governo ha chiarito il sindacalista- ha scelto di fare un emendamento sulle delocalizzazioni senza incontrare il sindacato. E’ una scelta sbagliata tanto più all’indomani dello sciopero generale. Milioni di lavoratori hanno chiesto una svolta nelle politiche industriali -ha proseguito Miceli- ma il governo ha scelto la via tecnocratica della auto-sufficienza”.
In relazione alle anticipazioni fatte circolate sul merito dell’emendamento, “sembra che il testo sia centrato sulle procedure, che a nostro avviso -se confermate- sarebbero assai timide, e non tocca nè il tema della partecipazione sociale , nè quello di una nuova visione del ruolo pubblico, e della sua capacità regolatrice del sistema delle imprese” ha sottolineato Il Segretario confederale convinto che invece quella che abbiamo davanti “era l’occasione per aprire un grande dibattito” mentre l’emendamento del Partito democratico “è solo un timido aggiustamento alla legge di bilancio”.
Da Miceli perciò la richiesta di “fare questa discussione con il governo. Perchè c’è bisogno di fare meglio -rimarca il sindacalista- e c’è bisogno fare di più”.

 

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