Giornata dei poveri: in 7 mesi + 47% rivolti Caritas Toscana Uno su quattro è ‘nuovo’

“Una valanga che non riesce ad arrestarsi”. Così le Caritas della Toscana descrivono la crescita delle povertà al tempo della pandemia nel report di monitoraggio, riferito al periodo settembre 2020-marzo 2021, divulgato in occasione della Giornata mondiale dei poveri che cade domani. Nei sette mesi presi in esame sono stati 28.467 le persone che si sono rivolte ai servizi degli uffici per la pastorale della carità delle diocesi toscane, il 47,4% in più rispetto ai 19.310 dei nove mesi precedenti: prevalgono le donne (54,4% del totale) e gli stranieri (58,7%). E’ esponenziale, però, si spiega, anche la crescita percentuale degli italiani, passati dal 34,7 al 41,3% fra prima e dopo la pandemia. Uno su quattro di chi si è rivolto alle Caritas è un cosiddetto ‘nuovo povero’: le persone che non lo avevano mai fatto fino ad agosto 2020 “sono 7.129, il 25% di tutte quelle incontrate nei mesi presi in considerazione dal report”, con una componente maschile più numerosa (51,1%) e una forbice fra italiani e stranieri che si assottiglia ulteriormente (42,3 e 57,7%). L’incidenza per arre territoriali vede poi primeggiare la Toscana centrale, “area più densamente popolata, tradizionale traino dell’economia regionale, ma anche quella che ha pagato il dazio più pesante alla pandemia”: quasi il 40% di tutte le persone incontrate fra settembre 2020 e marzo 2021, pari a 11.271 persone – ha bussato alla porta di un servizio Caritas di questa zona. Il restante 60%, invece, si divide quasi equamente fra Toscana settentrionale e meridionale”. Quanto ai ‘nuovi poveri’ sempre prima la Toscana centrale col 33,7%, quasi 9 punti percentuali in più rispetto alla media regionale (25%). Sempre elevata, ma più bassa l’incidenza nella Toscana settentrionale, 21,6%, in quella meridionale, 17,1. Sulla connotazione di genere quasi tutte le diocesi (15 su 16), “sottolineano una crescente diffusione dei problemi di occupazione femminile, 11 su 16 del disagio sociale delle donne e oltre la metà (9) l’aumento di episodi di violenza. In generale, comunque, Covid-19 pare aver ulteriormente acuito problematiche che gli preesistevano e che sono da sempre associate ai processi d’impoverimento: la mancanza di lavoro, con riferimento sicuramente alla componente femminile ma anche a quella giovanile (14 diocesi) e le difficoltà abitative (14). In aumento anche il disagio psico-sociale: si è detto di quello delle donne, ma qualcosa di simile vale anche per i giovani (segnalato da 14 diocesi) e gli anziani (13). La novità preoccupante, invece, è la rinuncia o, comunque, il rinvio degli interventi di assistenza sanitaria, segnalato da 12 diocesi su 16″. (ANSA).

Pulsante per tornare all'inizio