“Nell’anno della pandemia gli stranieri regolarmente presenti in Toscana sono diminuiti per la prima volta dopo almeno 20 anni di crescita: sono 392.108 nel 2020, poco più di 6 mila in meno rispetto al 2019, con un decremento dell’1,5%) che è tre volte superiore a quello medio nazionale (-0,5%)”. Lo affermano Francesco Paletti e Federico Russo, redattori del capitolo regionale del Rapporto Idos 2021 presentato stamani a Pisa.
Gli effetti della crisi determinata dal Covid si fanno sentire anche nell’occupazione con 20.000 posti di lavoro persi (la metà sono di stranieri). A pagare il dazio più pesante sono state le lavoratici immigrate, pari al 44% di tutta la forza lavoro straniera, 5 punti in meno rispetto al 2017: “Nel 2020 – spiegano Paletti e Russo – il lavoro domestico occupava oltre 41 mila stranieri con una diminuzione rispetto all’anno precedente di circa 7 mila unità. Si tratta di posti di lavori persi che costituiscono una grande parte della complessiva diminuzione dell’occupazione straniera in Toscana e che allo stesso tempo spiegano il perché siano state le lavoratrici straniere a subire le conseguenze più dure della pandemia”. In picchiata anche i permessi di soggiorno rilasciati dalle questure agli immigrati non comunitari passati dai 302.305 del 2019 ai 284.343 del 2020, -5,9% in appena 12 mesi e, osservano i due ricercatori, “il rischio concreto è che la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia abbia fatto perdere il lavoro spingendo molti immigrati verso l’area dell’irregolarità”. Il più alto numero di residenti stranieri si trova a Prato dove il 10,7% della popolazione non è italiana, un dato ampiamente superiore alla media nazionale (8,5%), che raggiunge il 18,9% sul teritorio provinciale: nella provincia di Firenze gli stranieri sono intorno al 12%, il 10,/% a Siena, il 10,5% ad Arezzo, Grosseto e Pistoia (9,9%), Pisa (9,7%), Livorno e Lucca (8%) e Massa Carrara (7,4%).
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