Nautica: Fiom Toscana, settore vola ma non condizioni lavoro Braccini, ‘c’è grave arretramento,

La nautica in Toscana é tornata ad alti livelli produttivi, aumenti di fatturati e di profitti, ma
tutta questa crescita, che vede anche aumentare i livelli occupazionali complessivi, passando
da circa 15.000 a 17.000 addetti e oltre 3000 piccole imprese, segna un grave arretramento
delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni. Il livello di avanzamento di barche
tecnologiche é alto, ma continuiamo a pensare che l’alta qualità si sposa anche con il
miglioramento delle condizioni dei lavoratori su tutto il ciclo produttivo.Il settore é
accompagnato da un sistema lavorativo preoccupante, dove alla fine dell’infinito girone
degli appalti si trovano lavoratori stranieri ricattati e sfruttati.
Non può esserci sviluppo se fatto contro i diritti dei lavoratori. Le imprese si lamentano che
mancano le professionalità, ma purtroppo sono state sacrificate al profitto, quasi nessun
cantiere ha mantenuto reparti produttivi con lavoratori alle dirette dipendenze, ormai la
produzione é in mano ad una miriade di appalti e subappalti sempre più fatti al ribasso.
Vanno controllate le condizioni di lavoro, le retribuzioni complessive dei lavoratori,
l’applicazione dei contratti nazionali, la sicurezza nei luoghi di lavoro. Vanno messe al
bando le retribuzioni con paghe conglobate, le forfettizzazioni delle retribuzioni, va
contrastata l’evasione degli orari straordinari retribuiti sotto la voce trasferte, vanno
verificati i molti lavoratori assunti part time, ma che invece lavorano a tempo pieno. Le
aziende committenti devono assumersi la responsabilità in solido della sicurezza e dei diritti
dei lavoratori su tutto il ciclo produttivo, assicurando a tutti i lavoratori trattamenti
economici e normativi non inferiori a quelli che riconoscono ai propri dipendenti.
In importanti cantieri nautici in Europa dove si fanno gli stessi tipi di produzioni e
imbarcazioni non registriamo questi anomali modelli organizzativi del lavoro!
Ovviamente anche sindacalmente ci dobbiamo organizzare diversamente, i cambiamenti
negativi avvenuti nei cantieri nautici e le scomposizioni dei cicli produttivi richiedono
anche un passaggio sindacale in un’ottica d’insieme tra i vari territori. Ormai siamo entrati in
una competizione mondiale e questo modello di sviluppo della nautica rischia di essere di
corto respiro.
Bisogna però sempre tenere a riferimento che i cantieri nautici in Toscana operano su aree
demaniali, quindi soggette al rilascio delle concessioni. Le Istituzioni quindi avrebbero
possibilità di intervento diretto, il rilascio si può vincolare nel rispetto di determinati criteri,
ma invece stanno a guardare.
Con la Regione toscana avevamo aperto un tavolo riguardo la possibilità di definire un
protocollo per il sostegno alle attività di sviluppo della nautica, ma ormai da un paio di anni
non abbiamo più notizie.
Continuiamo a ritenere importante che si provi a dare un indirizzo strategico ad un settore
così complesso, ci sembra che anche alcune associazioni d’impresa siano del nostro stesso
avviso, bisogna che si ritrovi la via del confronto. Bisogna valutare anche il rapporto
pubblico/ privato, avere una visione larga che guardi al mediterraneo affinché questa nuova
ripresa sia accompagnata da un adeguato modello di sviluppo e rinnovamento
nell’organizzazione della filiera produttiva.
La nautica deve risentire di una crescita di qualità nel lavoro, va redistribuita la ricchezza
anche a chi lavora se vogliamo provare a creare le condizioni per un futuro economicamente
e socialmente sostenibile del settore.
La Regione Toscana sarebbe giunto il tempo che battesse un colpo.
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana
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cosi in Ansa
Nautica: Fiom Toscana, settore vola ma non condizioni lavoro  Braccini, ‘c’è grave arretramento
“La nautica in Toscana é tornata ad alti livelli produttivi, aumenti di fatturati e di profitti, ma tutta questa crescita, che vede anche aumentare i livelli occupazionali complessivi, passando da circa 15.000 a 17.000 addetti e oltre 3000 piccole imprese, segna un grave arretramento delle condizioni di lavoro e delle retribuzioni. Il livello di avanzamento di barche tecnologiche é alto, ma continuiamo a pensare che l’alta qualità si sposa anche con il miglioramento delle condizioni dei lavoratori su tutto il ciclo produttivo”. Così Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana. “Il settore é accompagnato da un sistema lavorativo preoccupante – aggiunge in una nota -, dove alla fine dell’infinito girone degli appalti si trovano lavoratori stranieri ricattati e sfruttati. Non può esserci sviluppo se fatto contro i diritti dei lavoratori”. Per Braccini, “le imprese si lamentano che mancano le professionalità, ma purtroppo sono state sacrificate al profitto, quasi nessun cantiere ha mantenuto reparti produttivi con lavoratori alle dirette dipendenze, ormai la produzione é in mano ad una miriade di appalti e subappalti sempre più fatti al ribasso”. Il segretario della Fiom toscana sottolinea che “ormai siamo entrati in una competizione mondiale e questo modello di sviluppo della nautica rischia di essere di corto respiro”. “La nautica deve risentire di una crescita di qualità nel lavoro, va redistribuita la ricchezza anche a chi lavora se vogliamo provare a creare le condizioni per un futuro economicamente e socialmente sostenibile del settore. La Regione Toscana sarebbe giunto il tempo che battesse un colpo”. (ANSA).

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