Trapianti: aumentano donne chirurgo anche tra i primari Uno su 5 al femminile.

Cresce la presenza femminile nel settore della chirurgia dei trapianti: fra i chirurghi di livello primariale, infatti, 1 su 5 è donna. Inoltre, in numero assoluto, sono 65 le donne che hanno eseguito trapianti da sole. Questi alcuni dei dati presentati in occasione del congresso nazionale della Società Italiana dei Trapianti d’Organo e Tessuti (SITO) al via a Napoli, in occasione del quale la Sito ha donato al Palazzo Reale cittadino due defibrillatori ad alta tecnologia. Cifra distintiva del congresso, spiega la Sito, è il riconoscimento del contributo essenziale delle donne allo sviluppo della trapiantologia. Verranno infatti premiate Luisa Belardinelli, prima donna ad eseguire in Italia un trapianto di rene al Policlinico di Milano; Elena Orsenigo, prima donna italiana a eseguire un trapianto al pancreas al San Raffaele di Milano; Sofia Martin Suarez prima donna a eseguire un trapianto di cuore al Sant’Orsola di Bologna e Manuela Rocella prima donna italiana ad eseguire un trapianto di fegato all’Università di Pisa. Oggi, ha sottolineato il presidente Sito Ugo Boggi, “si parla di parità di genere in modo quasi obbligato e burocratico. Noi abbiamo invece scelto un ambito tipicamente maschile come la chirurgia dei trapianti per indagare il ruolo che vi ricoprono le donne e ne è emerso un notevole coinvolgimento che precede e va oltre il concetto di parità di genere”. Sul tema, la Sito ha realizzato una indagine insieme al Centro Nazionale Trapianti e l’Associazione WIS Italia (Women In Surgery): “A questo sondaggio hanno risposto 95 centri trapianto – spiega Boggi -. È emerso, ad esempio, che fra i chirurghi di livello primariale, 1 su 5 è donna, ed è un risultato di grade rilevanza. Inoltre, ben 65 sono le donne che hanno eseguito trapianti da sole, mentre quelle che li eseguono attualmente in autonomia sono addirittura 44. Siamo insomma di fronte a un ruolo forte, decisivo, delle donne nella chirurgia dei trapianti”. Massimo Cardillo, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha sottolineato come il congresso rappresenti “un importante momento di confronto della comunità scientifica dei trapianti, in una rete che ha retto con solidità il devastante impatto della pandemia. L’Italia è stato il primo Paese al mondo a mettere a punto un protocollo per l’utilizzo per trapianto di organi da donatori Covid positivi in pazienti urgenti, dimostrando – ha concluso – la sicurezza e l’efficacia di questa procedura”. (ANSA).

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