Green Pass, scoppia il caso dei poliziotti senza certificato. Esclusi dalle mense: i sindacati protestano
A Ferragosto arriva una foto spiazzante: poliziotti seduti sul muretto basso di un giardino che mangiano il pranzo al sacco, contenuto in buste di plastica bianca. Il classico cestino o “lunch box”. Motivo? Il giorno prima il governo con una faq sul sito di Palazzo Chigi (una domanda e una risposta) ha esteso l’obbligo di Green Pass a tutte le mense, non solo aziendali e comprese dunque quelle dei poliziotti. Molti di loro – sprovvisti di certificazione che attesti la vaccinazione, la guarigione dal Covid o un tampone negativo fatto nelle ultime 48 ore – sono stati costretti a pranzare per strada. La foto rimbalza di social in social. Si trova sull’account Facebook della Polizia di Milano. Ma poi nel giro di poche ore e nei giorni seguenti, spunta in quasi tutte le pagine dei sindacati di Polizia, arricchita da foto altrettanto incredibili. Si vede una poliziotta sul gradino di una scala con un vassoio sulle gambe mentre termina il pasto con un budino al cioccolato. In un’altra si scorge un collega in piedi col vassoio appoggiato sul muretto di un parcheggio: pasta al sugo e insalata mista, accanto la borraccia con l’acqua, dietro sulla sfondo la volante blu. I commenti sono forti: “Fatevi rispettare”, “Deriva antidemocratica”, “Tenete duro”, “Massima solidarietà”, “Non ci si crede, questa è davvero dittatura”. Molti sono no vax. Un poliziotto scrive: “Che senso ha? Siamo insieme per servizio per ore e ore e giorni interi… in mensa insieme no? Oppure il prossimo passo sarà quello di fare uffici e pattuglie di vaccinati e altre di non vaccinati?”. Risponde una dirigente d’azienda: “Non vedo diverstità di servizio che giustifichino la “non vaccinazione” e tanto meno in mensa dove c’è assembramento e dove per ovvi motivi si sta senza mascherina. Per me medici, insegnanti, forze dell’ordine ed altri corpi devono dare il buon esempio”. Ma quindi i poliziotti e le forze dell’ordine non hanno l’obbligo vaccinale come i sanitari? “No, non c’è obbligo di vaccinazione”, risponde Daniele Tissone, segretario generale del sindacato Silp-Cgil. “Ma non si può mettere l’obbligo del Green Pass per accedere alle nostre mense obbligatorie di servizio senza un confronto con i sindacati, vista l’importanza della disposizione. E visto che la circolare del 14 agosto sconfessa una analoga del 5 agosto che diceva l’esatto opposto: l’obbligo di certificazione verde non si applica alle mense della Polizia. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: uffici allo sbaraglio, chi fa entrare tutti e chi no, poliziotti in servizio che mangiano in strada”. Fabio Conestà, segretario generale del Mosap (Movimento sindacale autonomo di Polizia), calca ancora di più: “È ora di mettere fine a questa pagliacciata dai contorni tristissimi e disgustosi e corrispondere ai colleghi esclusi dalle mense il buono pasto da 7 euro oppure ci si adoperi per individuare una sala idonea destinata ai colleghi non provvisti di Green Pass. Non è accettabile in un Paese civile che servitori dello Stato siano abbandonati a consumare il proprio pasto sull’asfalto rovente o su di una scalinata sporca come se fossero cani randagi. Quegli stessi esclusi lavorano tra la gente, lontano dalle proprie famiglie, per garantire la sicurezza di tutti”. Anche la Polizia Penitenziaria è sulle barricate. Il sindacato autonomo Sappe pubblica sul sito la foto di un collega che a Pordenone mangia da solo seduto a un tavolino bianco, messo in strada tra file di auto parcheggiate e “bidoni della spazzatura”. “Personale costretto a mangiare in posti indegni, una scelta illogica e contraddittoria”, dice il segretario generale Donato Capece. “A Padova, nella Casa circondariale, hanno messo due tavole in un’area verde dove di solito mangiano i gatti randagi”, prosegue. “L’assurdo è che poi queste colleghe e colleghi fanno servizio sugli automezzi per il trasporto dei detenuti e nelle sezioni detentive fianco a fianco. Le mense, poiché “obbligatorie”, sono come fare servizio e gli ambienti sono interni al carcere. Se serve il Green Pass per entravi, allora serve anche per fare servizio e deve essere chiesto a tutti per entrare, compresi familiari, volontari, garanti, avvocati e magistrati”.
Da la Repubblica