L’Europa e i governi intervengano subito per arginare la crisi umanitaria e tutelare i diritti delle donne e dei minori in Afghanistan: lo chiede l’ Associazione delle donne magistrate italiane che si unisce agli appelli lanciati anche da altre associazioni in queste ore drammatiche. “La caduta di Kabul e di tutto l’Afghanistan in mano talebana rischia fortemente di riportare le donne, le ragazze e le bambine afghane alla situazione antecedente alla caduta del regime talebano ed alle riforme della costituzione del 2004 ed alla legge elettorale del 2005 che hanno riconosciuto loro il diritto all’istruzione ed alla partecipazione alla vita politica, sociale e culturale del Paese, sottraendole all’oscurità in cui erano state sepolte”, sottolinea la nota dell’Admi, “Una realtà già annunciata dal brutale omicidio di due donne magistrate della Corte Suprema afghana o dall’assalto ad una scuola femminile di Kabul ( già stigmatizzate dall’Associazione Internazionale Donne Magistrate in una petizione al Segretario Generale dell’Onu nel maggio 2021) o dalla sistematica eliminazione di giornaliste ed attiviste per i diritti umani.”, prosegue il comunicato. “Tali fatti, che segnalavano un progetto di cruenta repressione dei diritti delle donne, – aggiunge la nota – sono resi oggi attuali dalle notizie di donne anche minorenni promesse ai miliziani come bottino di guerra e che rendono ancora più evidente che la violenza che sta per abbattersi su tutto l’Afghanistan colpirà soprattutto le donne, le ragazze e le bambine”. Non può esserci pace senza il rispetto dei diritti delle donne e dei minori”. “L’ Associazione Donne Magistrato Italiane, unendosi alle voci di altre Associazioni nazionali e internazionali auspica che l’Europa, i Governi e le Organizzazioni Internazionali possano intervenire e fare tutto quanto possibile per arginare la grave crisi umanitaria in atto e assicurare la tutela dei diritti delle donne e dei minori afgani”, conclude Isabella Ginefra, la presidente dell’Admi. (ANSA).
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