Collini, Le nostre richieste prevedono riposi commisurati ad un’attività pesante, compresa la certezza di non lavorare sempre nel turno notturno, la garanzia di intervalli tra le trasferte e i rientri a casa per stare con le famiglie, e il riconoscimento di indennità che ricompensino i sacrifici.
Lunghe trasferte lontano da casa, molti turni di notte, un orario che va ben oltre le 40 ore settimanali e un lavoro faticoso. Gli operai della Fieldcore, società del gruppo General Electric con sede a Firenze, stanchi di un lavoro usurante, chiedono vivibilità e sicurezza.
Da mesi per i circa 200 dipendenti tra operai ed impiegati è iniziata la trattativa per il rinnovo del contratto aziendale e gli operai, impegnati nella manutenzione di impianti di generazione di energia, provano a costruire condizioni di lavoro migliori. Alcune richieste sono state accolte ma sui punti più qualificanti per i trasfertisti, l’azienda non dà risposte.
Dopo sette incontri Fieldcore resta infatti irremovibile e nega il riconoscimento di richieste divenute essenziali a chi ogni giorno, in trasferta, interviene sulle turbine spesso in orario notturno e senza che gli venga permessa la rotazione.
“Al momento la trattativa è sospesa a abbiamo proclamato una serie di scioperi per protestare contro il riconoscimento di quelle che sono diventate necessità fondamentali per queste persone”, spiega Daniele Collini della Fiom Cgil di Firenze.
“Siamo pronti – aggiunge – ad intraprendere ogni iniziativa utile per far capire a Fieldcore che da qui passa la vivibilità e la sicurezza sul lavoro dei dipendenti. Le nostre richieste prevedono riposi commisurati ad un’attività pesante, compresa la certezza di non lavorare sempre nel turno notturno, la garanzia di intervalli tra le trasferte e i rientri a casa per stare con le famiglie, e il riconoscimento di indennità che ricompensino i sacrifici. Punti dai quali non possiamo prescindere e per questo, se non vi saranno risposte, andremo avanti con la mobilitazione.”
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