“L’invasione del Vaticano sul Ddl Zan”, la riflessione di Orlandi (resp. Nuovi Diritti Cgil Toscana)

“L’invasione del Vaticano sul Ddl Zan”, la riflessione di Barbara Orlandi (responsabile Nuovi Diritti Cgil Toscana): “Preservate la fede e agite secondo coscienza, lasciate alla politica il compito di tutelare i diritti delle persone, delle loro scelte per il loro futuro. I diritti civili perseguono l’ordine del progresso e della crescita delle libertà. E’ particolarmente grave e da denunciare questo improprio intervento del Vaticano. Occorre difendere e sostenere il Ddl così come è stato presentato. L’occasione del Toscana Pride di domenica 27 giugno (INFO QUI) sarà un’occasione importante anche per continuare a promuovere consenso intorno al Ddl Zan”

Definire i confini delle pene contro i crimini commessi nei confronti di omosessuali, transessuali, donne e disabili significa riconoscere e condannare le discriminazioni nella consequenzialità di quel pensiero che già impedì la creazione di associazioni con il chiaro intento discriminatorio nei confronti di ebrei, neri o cattolici.
Definire i confini dell’azione ecclesiastica e del vaticano ha significato il riconoscimento della libertà della Chiesa Cattolica di svolgere la sua missione di evangelizzazione tramite l’esercizio del culto in piena libertà di riunione, di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, ma come scelta privata e personale.
Allora cos’è che teme il Vaticano con l’approvazione del ddl Zan ?
Probabilmente nulla, ma l’invasione dei confini con la richiesta di non approvare quel testo ha fatto uscire allo scoperto i reali intendimenti della pratica cristiana: ristabilire l’ordine naturale e sopprimere l’autodeterminazione.
Questo è ciò che accade in tutto il mondo da decenni: dal 1997 con gli scritti di Ratzinger, ovvero la contro-strategia al riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi, la polemica sul termine gender/genere, dopo le conferenze dell’ONU del ‘94 al Cairo e del ‘95 a Pechino, la condanna all’interruzione volontaria di gravidanza, diventato un progetto ecumenico condiviso da molti movimenti religiosi e politici, ultra conservatori o di destra in Europa e nel mondo. Quindi, nessun timore, siamo a pieno titolo dannati insieme a molti altri.
Chi si oppone ai diritti sessuali e riproduttivi? Politici ottusi, sostenuti da fondamentalisti religiosi. Non siamo diversi dal santo sinodo della Bulgaria che ha definito la “Convenzione di Istabul” (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica) una minaccia per l’ordine sociale che apre le porte al degrado morale, o dalla Polonia oscurantista dei diritti cancellati e delle libertà negate.
La laicità dello Stato fa da guardiana alla democrazia del nostro Paese, occorre proteggerla.
Il controllo ecclesiastico/patriarcale ha obiettivi noti e conosciuti in tutto il mondo:
– la protezione della vita, dal concepimento alla morte naturale
– la protezione della famiglia eterosessuale
– la protezione della libertà religiosa che travalica e deroga la legislazione
Un fantomatico “ordine naturale” contro i progressi del matrimonio egualitario o il diritto all’autodeterminazione delle donne sulla sessualità e la riproduzione, la protezione dalla violenza, la contraccezione e anche il divorzio e la denigrazione e demonizzazione del femminismo.
Infine: fate da soli, i dogmi della religione cattolica non possono essere proibiti per legge, preservate la fede e agite secondo coscienza, lasciate alla politica il compito di tutelare i diritti delle persone, delle loro scelte per il loro futuro. I diritti civili perseguono l’ordine del progresso e della crescita delle libertà.

Barbara Orlandi , Resp. Nuovi Diritti CGIL Toscana
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Ddl Zan: Cgil, grave tentativo di interferenza su prerogative e laicità dello Stato
Apprendiamo con stupore da indiscrezioni giornalistiche che la Segreteria di Stato del Vaticano ha presentato richiesta allo Stato italiano di modificare il DDL Zan in discussione in Senato. Un tentativo di interferenza che respingiamo con forza, ispirato, come è evidente, da una netta contrarietà di stampo confessionale alla legge di contrasto all’LGBT+ fobia”. È quanto dichiara la Cgil nazionale.
“La richiesta, espressa e veicolata attraverso le vie ufficiali, di modifica ad una legge attualmente in discussione in ragione di una presunta violazione del Concordato è un fatto grave, mai verificatosi nella storia della Repubblica”, sostiene la Confederazione.
“Riteniamo che l’ennesimo attacco alla laicità delle nostre istituzioni, che si traduce ancora una volta in un tentativo di limitazione della libertà delle persone, vada respinto nei fatti con l’approvazione immediata del disegno di legge – conclude la Cgil – e senza alcuna variazione né alcuna soluzione di finto compromesso”.

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