Fiom Cgil, Leonardo, sottoscritto l’ipotesi di accordo dell’integrativo

Incrementi economici, regole sugli appalti, smart-working concordato e diritti collettivi per lavoratrici e lavoratori
Nella giornata di ieri 21 maggio, il coordinamento nazionale di Fim, Fiom, Uilm e Leonardo One Company, la più grande azienda iscritta a Federmeccanica, hanno sottoscritto l’ipotesi d’accordo dell’integrativo.
Dopo una lunga trattativa, segnata e rallentata dalla pandemia legata al Covid-19, l’ipotesi di accordo prevederà un aumento economico consistente sul PDR, con un incremento di 850 euro a regime, di cui 400 euro consolidati mensilmente, con un flexible benefit di 150 euro come vacanza contrattuale per il 2021 e con un aumento del superminimo collettivo non assorbibile al 5° livello (C3 nuovo inquadramento CCNL) di 31,5 euro, che porterà al raggiungimento di un importo complessivo di 121,5 euro.
Inoltre, viene introdotta la clausola di salvaguardia per i lavoratori delle aziende in appalto all’interno del gruppo Leonardo, e viene regolamentato lo smart-working, emergenziale e post emergenziale, riconoscendo gli istituti previsti dal CCNL e il diritto alla disconnessione. E infine, sono state introdotte misure di prevenzione contro la violenza sulle donne, e la banca ore e permessi aggiuntivi per la maternità/paternità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nonostante la fase pandemica che ancora persiste e che sta incidendo pesantemente sulle attività di Leonardo ed in particolar modo sul settore civile, si firma l’ipotesi d’accordo dell’integrativo Leonardo”.
A dichiararlo in una nota congiunta sono Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Claudio Gonzato, coordinatore nazionale Gruppo Leonardo per la Fiom-Cgil.
Il Covid-19 non ferma la contrattazione, dopo il rinnovo del CCNL di categoria, per le lavoratrici e i lavoratori di Leonardo si aggiungono incrementi economici e normativi particolarmente importanti. Ora serve al più presto riaprire i tavoli di confronto nazionali e locali per contrattare ciò che è necessario al fine di garantire prospettive industriali e livelli occupazionali adeguati nella più grande azienda tecnologicamente avanzata del Paese, salvaguardando e consolidando tutti i siti, a partire da quelli del Mezzogiorno”, concludono.

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