Gruppo Ids, sciopero e presidio dei lavoratori di Pisa, Napoli e Taranto contro il ricatto occupazionale

Due ore di sciopero oggi, altre due entro questa settimana. Sulla democrazia i lavoratori non si fanno prendere in giro da nessuno, sui diritti indisponibili inammissibili i referendum.
A seguito delle assemblee dei lavoratori IDS di Pisa, Napoli e Taranto, svoltesi oggi le Rsu dei vari siti produttivi hanno proclamato un pacchetto di ore di sciopero, sia contro il ricatto occupazionale posto dall’azienda come condizione vincolante alla vendita e
sia contro l’accordo firmato da sindacati minoritari in deroga al blocco dei licenziamenti.
Due le ore di sciopero attuate oggi, dalle 14 alle 16, altre due ore da fare entro la settimana Durante lo sciopero è stato fatto anche un presidio davanti l’entrata di ogni stabilimento.
I lavoratori non intendono sottostare a nessun ricatto, ritengono l’accordo sindacalmente grave in quanto lascia mano libera all’azienda di poter andare a fare pressione sui lavoratori che hanno il pieno diritto di non essere licenziati, ma soprattutto manca l’acquirente, un piano industriale, l’impegno per la salvaguardia di tutte le sedi, dell’occupazione e quindi le minime garanzie sul futuro del gruppo.
La posizione delle le Organizzazioni sindacali hanno sempre preteso la presenza al tavolo del nuovo acquirente, (si parla di una importante società a maggioranza pubblica), appare quindi incomprensibile come si possa essere arrivati a firmare un accordo senza garanzie. Altresì, l’intesa presenta elementi di illegittimità.
Da una parte si dice che i dipendenti eventualmente interessati all’accettazione dell’incentivo all’esodo dovranno sottoscrivere un accordo individuale, dall’atra Ids si riserva di rifiutare le candidature dei dipendenti a cui, a suo giudizio, non si può concedere l’incentivo (si parla di 4 mensilitá).
Di fatto non esiste adesione volontaria, sceglie l’azienda chi mandare a casa come del resto ha sempre dichiarato di volere fare in tutti gli incontri.
Sulla democrazia i lavoratori non si fanno prendere in giro da nessuno, sui diritti indisponibili inammissibile il referendum.
Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom Cgil Gruppo Ids

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