Importantissima sentenza ottenuta dalle Organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Uiltucs, Nidil Cgil, Uiltemp, nei confronti della S24 Spa, società ai più conosciuta come Everli.
L’azienda opera attraverso una app nel settore della distribuzione alimentare: gli shopper di Everli compiono operazioni ausiliare alla vendita, facendo la spesa e consegnandola al cliente. Il suo amministratore aveva, più volte e con dei video nella piattaforma digitale della App, invitato i lavoratori ad iscriversi ad un sindacato nato dalla sera alla mattina con il fine di sottoscrivere un accordo sindacale che Filcams, Uiltucs, Nidil e Uiltemp ritengono essere ad uso e consumo del datore di lavoro, senza che siano realmente riconosciuti diritti e tutele, lo stesso testo era stato presentato alle organizzazioni sindacali confederali e dalle stesse respinto.
Le organizzazioni sindacali hanno prontamente proposto ricorso contro tale condotta, in spregio di tutte le prerogative e dei diritti sindacali e lesiva dei diritti dei lavoratori interessati in base all’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori. E hanno ottenuto, dal Giudice Moia del Tribunale di Milano, l’accoglimento della domanda con la condanna dell’azienda alla rimozione degli effetti antisindacali, oltre a pubblicare nella piattaforma aziendale il provvedimento emesso dal Tribunale.
Come organizzazioni sindacali, abbiamo da sempre stigmatizzato tale comportamento che utilizza in modo deforme la libertà sindacale garantita dalla Costituzione, per piegarla agli interessi delle aziende al fine di raggiungere i propri obiettivi.
“Il paradosso – continua la nota dei sindacati – è che con l’ausilio delle moderne tecnologie e delle App si vuole far tornare il mondo del lavoro allo sfruttamento dei primi del Novecento. Noi non vogliamo che ciò possa avvenire e continueremo la battaglia per il riconoscimento dei diritti a tutte quelle lavoratrici e a quei lavoratori che per vivere devono lavorare e che, nel caso di specie, per vivere devono lavorare attraverso una applicazione informatica, che altro non è che un nuovo ed evoluto strumento di esercizio del potere datoriale”.
L’altra importante novità della sentenza di Milano è l’applicabilità dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, a lavoratori diversi da quelli ricompresi nel rapporto di lavoro subordinato classicamente inteso, un risultato importante sul cammino posto in essere dalle organizzazioni sindacali per l’emancipazione di questi lavoratori spesso vittime di ingiustizie e di sfruttamento come più volte denunciato dai sindacati e sottolineato da diversi provvedimenti emanati da vari Tribunali in Italia.
“Auspichiamo – conclude la nota – che questo sforzo possa essere compreso e possa dare fiducia a quelle lavoratrici e a quei lavoratori da tutti definiti fondamentali nell’epoca pandemica, per ricostruire un mondo in cui lavorare si possa lavorare con i diritti e le tutele e soprattutto in sicurezza”.
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