“Giù le mani dalla Legge Marson”: appello di Cgil, Fillea Cgil, Sunia e Legambiente Toscana alle istituzioni sulla pianificazione territoriale. “Occorre preservare il territorio toscano. Semplificare non può coincidere col deregolamentare. Se il pretesto della gravità dell’emergenza pandemica inducesse ad ‘abbassare la guardia’, gli effetti sarebbero nefasti per le prospettive di sviluppo economico, sociale, ambientale, culturale delle comunità toscane”
Il perdurare della pandemia da Covid-19, con le sue ricadute sul già precario tessuto economico e sociale del nostro Paese, sta ingenerando, anche in Toscana, in maniera strumentale una sempre maggiore pressione sulle Istituzioni di governo e di rappresentanza locale e regionale, da parte di categorie di Impresa e Ordini professionali (e anche da parte di personale tecnico operante a livello degli Enti locali) per rivedere profondamente gli strumenti di controllo (regionali e statali) e di pianificazione contenuti nella normativa che trae origine dalla L.R. 65/2014 (Norme per il governo, la qualità del territorio e la tutela del paesaggio), meglio nota come “legge Marson”.
Il tentativo, più volte reiterato nel corso degli anni successivi all’approvazione della norma, di deregolamentare le procedure e gli strumenti urbanistici, con il pretesto di renderli economicamente meno onerosi per il destinatario finale e di rilanciare settori come quelli dell’edilizia, del lapideo, dell’agricoltura, del turismo per liberare gli uffici pubblici degli enti locali da inutili passaggi istituzionali, procedure concessorie e di controllo, sembra rafforzarsi in questi ultimi mesi proprio grazie alla pseudo legittimazione apportata dalle oggettive conseguenze presenti e future cagionate dalla pandemia.
CGIL, SUNIA, FILLEA e Legambiente Toscana ribadiscono che proprio l’esperienza applicativa della Legge 65 ne sta dimostrando l’efficacia, tanto da aver già permesso la conformazione degli strumenti urbanistici al PIT e al PPR di gran parte dei Comuni toscani, anche in ambito intercomunale creando i presupposti per un sistema complessivo di regole, stabile e chiaro, omogeneo per l’intera regione. Un unico linguaggio che consente ai singoli Comuni di approvare varianti urbanistiche sulla base delle necessità eventualmente sopravvenute prevedendo il coinvolgimento della cittadinanza e delle sue espressioni rappresentative.
Occorre preservare il territorio toscano inteso come giacimento di interessi collettivi, di tipo economico, sociale, ambientale e paesaggistico, arginando le intenzioni presenti e future di ridurre gli strumenti di pianificazione al solo piano operativo, riducendolo a una negoziazione caso per caso, a porte chiuse, tra un singolo Comune e portatori di interessi particolari anche speculativi e di rendite immobiliari improduttive, ingenerando il rischio, ancor più grave, di favorire infiltrazioni della criminalità organizzata.
In una fase come questa sono più che mai necessari strumenti di pianificazione territoriale intercomunale a lungo termine e di prospettiva che sappiano contenere multifunzionalità, chiari indirizzi di sviluppo del territorio dal punto di vista: industriale, occupazionale, sociale e ambientale. Occorre, in altri termini, evocare con forza il primato della dimensione pubblica nel “Governo del Territorio”, anche per compiere le scelte necessarie a rovesciare il modello di sviluppo che ci ha portato alla pandemia e alle crisi attuali e per ridurre le diseguaglianze da esse fortemente aggravate.
CGIL, SUNIA, FILLEA e Legambiente Toscana sono consapevoli che piani, leggi, regolamenti e procedure burocratiche possono essere modificati per migliorarne la fruibilità e per amplificarne le finalità principali, per un governo del paesaggio e degli interventi edificatori finalizzati a garantire con lungimiranza uno sviluppo sostenibile, una rigenerazione urbana di beni comuni per il benessere e la crescita economica delle comunità toscane, ma sono altresì fermi nel ribadire che semplificare non può in alcun modo coincidere col deregolamentare.
Se il pretesto della gravità dell’emergenza pandemica inducesse le Istituzioni legislative regionali ad “abbassare la guardia” su questi principi generali, gli effetti che ne deriverebbero sarebbero sicuramente nefasti per le prospettive di sviluppo economico, sociale, ambientale, culturale delle comunità toscane.
Firmato:
– Maurizio Brotini, Simone Porzio – CGIL Toscana
– Giulia Bartoli – FILLEA CGIL Toscana
– Laura Grandi – SUNIA Toscana
– Fausto Ferruzza – Legambiente Toscana
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così in ANSA
Urbanistica: Toscana;Cgil-Legambiente, difendere legge Marson
“Giù le mani dalla Legge Marson”: questo lo slogan portante dell’appello di Cgil, Fillea Cgil, Sunia e Legambiente Toscana alle istituzioni, ora che “il perdurare della pandemia da Covid, con le sue ricadute sul già precario tessuto economico e sociale del nostro Paese, sta ingenerando, anche in Toscana, in maniera strumentale una sempre maggiore pressione sulle Istituzioni di governo e di rappresentanza locale e regionale, da parte di categorie di Impresa e Ordini professionali” per cambiare la legge regionale sulla pianificazione territoriale. Secondo i firmatari dell’appello “occorre preservare il territorio toscano. Semplificare non può coincidere col deregolamentare. Se il pretesto della gravità dell’emergenza pandemica inducesse ad abbassare la guardia, gli effetti sarebbero nefasti per le prospettive di sviluppo economico, sociale, ambientale, culturale delle comunità toscane”. Stop quindi alle “intenzioni presenti e future di ridurre gli strumenti di pianificazione al solo piano operativo, riducendolo a una negoziazione caso per caso, a porte chiuse, tra un singolo Comune e portatori di interessi particolari anche speculativi e di rendite immobiliari improduttive, ingenerando il rischio, ancor più grave, di favorire infiltrazioni della criminalità organizzata”. (ANSA).