“A trentadue giorni dall’insediamento del Governo Draghi sul fronte delle grandi vertenze industriali è evidente uno stallo molto preoccupante ed allo stesso tempo un’inaccettabile corto circuito nelle relazioni sindacali.
Se è, infatti, giustificata la necessità per i nuovi Ministri di “orientarsi”, lo è meno il fatto che ciò avvenga senza il coinvolgimento di chi in quelle vertenze è immerso da tempo, in alcuni casi da più di dieci anni. In particolare nel settore della Siderurgia fioriscono dichiarazioni, tavoli interministeriali, audizioni, progetti che hanno tutti il difetto di immaginarsi all’anno zero. Almeno su ArcelorMittal-ex Ilva occorrerebbe avere qualche punto fermo: completare gli assetti societari, così come previsto dall’accordo del 10 dicembre 2020 ed avviare il confronto su un piano industriale credibile.
Per noi, per la Fiom, le parole hanno un senso e non possono essere usate indifferentemente per sostenere un’ipotesi piuttosto che un’altra.
Noi non abbiamo mai parlato di riconversione produttiva, né tantomeno di spegnimento dell’area a caldo; abbiamo sempre parlato di riconfigurazione e qualificazione dell’assetto impiantistico attraverso le migliori tecnologie disponibili.
La soluzione impostata dall’accordo tra Governo e ArcelorMittal, quella cioè di un assetto ibrido tra altoforni e forno elettrico, sembra essere la più credibile da qui ai prossimi dieci anni se si vuole garantire un giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale, produzione ed occupazione nella transizione all’idrogeno.
Per questo chiediamo di essere urgentemente convocati ed avviare un tavolo permanente di settore per trovare soluzioni praticabili e ragionevoli, anche sulle altre grandi vertenze aperte, da Piombino alla vendita di Acciai Speciali Terni.
Unitariamente con Fim e Uilm stiamo anche valutando la possibilità di un presidio nazionale al Ministero dello Sviluppo Economico nei prossimi giorni, compatibilmente con le limitazioni derivanti dalla pandemia, per sottolineare l’urgenza, la centralità e il valore strategico del settore siderurgico nel nostro Paese”.
Lo dichiara in una nota Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia